BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

La democrazie mafiose contro le lady di ferro

Le Democrazie mafiose sono partitocratiche, e viceversa. In una sola riga, Panfilo Gentile, socialista poi liberale ribelle, che aveva abbandonato la cattedra di filosofia del diritto per fare l’editorialista politico del “Corriere della sera”, appiccicava due aggettivi infamanti alla democrazia repubblicana nata nel 1945-46: partitocratica e mafiosa. A quarant’anni dal saggio, edito da Ponte alle Grazie, l’assalto a Rosi Bindi da parte del partito del 60 a 0 nei collegi elettorali della Sicilia

Napolitano, Grasso e Amato al processo sulla morte di Falcone e Borsellino

I pubblici ministeri Nino Di Matteo, Francesco Del Bene, Roberto Battaglia e Vittorio Teresi (Ingroia, come è noto, dopo le sue disavventure politiche, è stato trasferito alla procura di Aosta) hanno chiesto alla corte di Assise di Palermo di convocare al banco 176 testimoni tra i quali il presidente Napolitano, il presidente del Senato Pietro Grasso e il procuratore generale della Cassazione Gianfranco Ciani, ma anche ex ministri come Giovanni Conso, Claudio Martelli, Vincenzo Scotti e Giuliano Amato.

L’agenda rossa di Borsellino e altri misteri

Il mistero se possibile a distanza di ventun anni si infittisce. Perché non si tratta ormai solo di sapere che fine abbia fatto l’agenda rossa da cui Paolo Borsellino non si separava mai. Si tratta ora di sapere perché e da chi è stata fatta sparire. Nel corso del processo per la strage di via D’Amelio che costò la vita al magistrato e alla sua scorta, sono stati mostrati spezzoni di filmato amatoriale dove emerge chiaramente che un ufficiale dei carabinieri, il colonnello Giovanni Arcangioli prende in consegna la borsa del magistrato: “Non so dire come e perché avessi la borsa del giudice Borsellino”

Via Fauro: 20 anni dopo

Chi oggi passa da Via Fauro, a Roma, guarda con indifferenza quel muretto che cinge una scuola e la curva che porta su Via Parioli, lasciandosi alle spalle il Teatro Parioli.E se volete trovare notizie su quel che accadde qui 20 anni fa, troverete sui motori di ricerca del web, soprattutto una infinita serie di offerte immobiliari. E, alla fine, solo due siti che ricordano quelle 21,35 (circa) del 14 maggio 1993, quando un’auto bomba con 100 Kilogrammi, fece saltare per aria mezza strada, formando un cratere (“ellissoidale”) profondo 40 centimetri,oltre a rendere inabitabili per un periodo più o meno lungo di tempo, ben 4 palazzi,tra via Fauro e Via Boccioni. Una ragione c’è: quell’attentato di Via Fauro non provocò