L’Europa sempre più a destra vuole uccidere i servizi pubblici radiotelevisivi
se il servizio pubblico radiotelevisivo non è totalmente asservito al governo viene ridimensionato con tagli ai finanziamenti motivati, è ovvio, dalla crisi economica…
se il servizio pubblico radiotelevisivo non è totalmente asservito al governo viene ridimensionato con tagli ai finanziamenti motivati, è ovvio, dalla crisi economica…
Caro Santo, quante risate quella sera! Congresso Usigrai a Trento, gennaio 1989, un freddo cane. E’ la sera delle votazioni per esecutivo e commissioni, un po’ di conti bisogna farli e un po’ di biglietti con i nomi servono, siamo tanti e…
Ci ha lasciati un uomo simpatico, elegante e colto, un professionista che nel suo lavoro metteva al primo posto l’interesse del pubblico, di chi ascoltava…
Se sbaglio analisi (e previsioni) farò pubblica ammenda. Ma io credo che in Italia Netflix non sarà la rivoluzione della comunicazione e della TV. Forse sarà perfino un flop. Sappiamo, sulla carta, di che si tratta: è il servizio statunitense di streaming on-demand a pagamento…
Il papa non si limita a indicare una morale, come spesso è accaduto in encicliche del passato, ma chiarisce subito che il suo modello è quel Giovanni XXIII che non si limitava a condannare la guerra ma indicava una strada per la pace
In Italia da oltre un ventennio impazzano modelli negativi e troppo spesso, ma veramente troppo spesso, i giornalisti li hanno subìti, se non accettati, li hanno tollerati, non li hanno affrontati…
Bruno Pizzul è un gentiluomo d’altri tempi, aggiornatissimo su tutto il mondo dello sport e non solo, lucido nei suoi ricordi che racconta con quella bella voce e quell’italiano ricco e preciso che avevano i tele e i radiocronisti della Rai parecchio tempo fa. E, 30 anni dopo, è un uomo che si emoziona ancora profondamente…
Il ragazzino era Jawed Karim, parlava delle proboscidi degli elefanti, stava in piedi, davanti ad una gabbia dello zoo di San Diego, in California. Il filmato, sgranato e di scarsa qualità, intitolato “Me at the zoo”, durava 20 secondi….
Il 4 aprile di 40 anni fa non è un giorno qualsiasi…
Si può raccontare l’Italia, l’Italia quasi contemporanea, in modo cinematografico, documentato e veritiero, descrivendo i fatti e immergendoli nelle atmosfere autentiche del tempo, senza trarne una morale e senza cercare rassicuranti finali, anzi, suscitando molta inquietudine. Si può e si deve
Tre testate, tre reti generaliste non hanno senso nel 2015: forse non si risolveranno le cose con due megadirettori ma resta il fatto che l’assetto attuale è completamente fuori del tempo. Ma altrettanto fuori tempo e soprattutto mortificante per la democrazia sarebbe la soluzione della Rai di governo…
Marianna Madia e suo marito Mario Gianani hanno subito un inaudito atto di violenza da parte di un giornale e di un direttore giornalistico. Uno di noi, un esponente della nostra categoria. Vergogniamoci tutti…
Se “il futuro è un territorio del passato”, come scriveva Walter Ong nel 1982, certamente la RAI ha un grande futuro. Una mostra sui 90 anni della radio e i 60 della televisione non è per la RAI un evento soltanto celebrativo, ma è un modo di valorizzare l’ importanza strategica della storia di una grande azienda che sta costruendo un futuro forte e di successo nel solco della sua missione di sempre: il servizio pubblico
E’ vero, ce n’è più bisogno di allora. Io che il gruppo l’ho fondato con altri amici primo fra tutti Beppe Giulietti, devo confermare con grande tristezza che la professione giornalistica ha bisogno non di un ripensamento, ma di una trasformazione ben più profonda di quella che riuscimmo ad avviare nel lontanissimo 1985 a Fiesole… (all’interno gli interventi di CORRADINO, GIULIETTI, MINEO, SERDOZ)