Sono un’ecologa marina ed ecotossicologa, laureata con lode a Tor Vergata. Ho conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Biologia Applicata nel 2011 e da allora sono presso l’Università di Tor Vergata una precaria della ricerca come tanti (troppi) altri.
In questi anni, ho avuto la fortuna e il merito di ottenere varie borse di mobilità all’estero presso prestigiosi enti di ricerca, dove ho potuto respirare un’altra aria e vedere quanto migliore sia la condizione dei ricercatori fuori dal nostro paese. Però, al termine dei miei soggiorni (più o meno lunghi) ho sempre ho deciso di tornare. Profondamente convinta che fosse importante dare il mio contributo nel mio Paese, combattere qui senza mai perdere le speranze. Perché se tutti se ne vanno non sarà un bel futuro.
La mia avventura all’ISPRA è cominciata circa 2 anni fa e qui ci sono arrivata perché sono stata richiesta e voluta, per le mie competenze e il mio curriculum. Ho vinto un concorso per un contratto co.co.co. di durata biennale! L’ho accettato perché ero consapevole delle condizioni disastrose in cui versa la ricerca universitaria, dove non avevo alcuna prospettiva di carriera (nonostante la stima che mi è sempre stata dimostrata). In ISPRA ho trovato dei colleghi fantastici, che hanno arricchito sia dal punto di vista professionale che umano, questo mio breve passaggio. Due anni fa ero cosciente che all’ISPRA il periodo non era dei più floridi ma, consapevole delle mie capacità, speravo di trovare una strada, una soluzione, per restare. Invece pare che la mia valutazione sia stata sbagliata. Che ISPRA non ritenga necessario e opportuno “sfruttare” le mie competenze; lo trovo ingiusto e poco lungimirante ma volente o nolente lo devo accettare.
Ho deciso di sostenere questa occupazione e di lottare al fianco dei miei colleghi ben consapevole che poco si può fare per la mia situazione personale. Ma lotto. Lotto perché non posso esimermi dar farlo, lotto perché l’alternativa è non fare niente lasciando che tutto vada a rotoli, lotto perché ne vale sempre la pena. Lotto e sogno…sogno che poi magari qualcosa di inaspettato accadrà e che forse la mia scelta, difficile, oggi più che mai, di fare ricerca per questo Paese, riesca ad attuarla. Qualunque sia l’avventura che mi aspetta, la affronterò, arricchita da questa esperienza, e sempre con la passione, la serietà e la positività che mi caratterizza. Ma intanto sostengo chi lotta per ottenere quello che gli spetta ma soprattutto perché sia garantita una ricerca di qualità, libera ed efficiente.