Trentamila, soli, indifesi, sono l’esercito dei minori arrivati nell’ultimo anno in Italia.
Il 2016 è stata un’annata da record per gli sbarchi di minorenni. A rilevarlo in un rapporto presentato alla Camera dei deputati, l’Unicef che ha ‘scattato’ la fotografia del flusso dei piccoli migranti non accompagnati giunti sulle coste italiane con i gommoni e le barche della speranza.
Tante le storie all’interno del rapporto: c’è chi è fuggito dalla povertà, chi dall’oppressione. Simili i racconti, caratterizzati da violenze e lunghe traversate in mare costate in alcuni casi la vita ai genitori.
Le identificazioni ufficiali sono state 25.846, pari al 92% dei minorenni censiti, degli altri non si ha che una traccia iniziale. In totale 28.223 su 181.436 persone sbarcate, dato che supera quello registrato nel 2015.
“Storie di minorenni arrivati soli in Italia” il titolo del report realizzato dall’agenzia Onu in collaborazione con l’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali e illustrato nell’aula dei gruppi parlamentari a Montecitorio nell’ambito del convegno “Per ogni bambino sperduto” organizzato in collaborazione con la Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza.
Il rapporto punta a rilevare il vissuto dei minorenni in relazione alla loro esperienza migratoria e a ricostruire il loro percorso verso l’Italia.
Emerge che, in generale, in tutto il mondo un minorenne su 70 vive al di fuori del Paese di nascita.
La ricerca evidenzia, inoltre, che nel periodo 2013-2015 le nazionalità che risultano incidere maggiormente sul totale degli arrivi di minorenni in Italia sono quella siriana, eritrea, egiziana e somala. A ottobre del 2016 i minorenni stranieri non accompagnati che hanno presentato una domanda d’asilo in Italia erano 4.168, ovvero il 48,3% (accompagnati e non).
Secondo i dati Eurostat, con 4.070 richieste di protezione presentate dai minorenni, nel 2015 l’Italia si posizionava al sesto posto in Europa. Nel corso dello stesso anno, i principali Paesi di cittadinanza sono stati Gambia, Nigeria e Mali.
Altro dato significativo è quello rappresentato dai minori migranti che poi si rendono irreperibili sul nostro territorio: è infatti progressivo l’aumento del loro numero nel corso degli ultimi anni. Si è passati infatti dai 1.754 del 2012 ai 6.508 di fine novembre 2016. In termini percentuali, hanno raggiunto la massima incidenza nel corso del 2015 arrivando al 34% del totale dei minorenni non accompagnati (presenti nelle strutture + irreperibili), valore che a fine novembre 2016 e’ sceso al 27,4%.
Il rapporto Unicef Italia/CNR-IRPPS contiene anche una sezione rivolta alla descrizione delle fonti statistiche disponibili, una di analisi dei dati e un’ultima dedicata alle interviste di un gruppo di minorenni arrivati in Italia dopo il 2014.
Per Giacomo Guerrera, presidente di Unicef Italia, questo permette di “restituire volti e storie ai minorenni coinvolti nelle migrazioni, approfondendo le motivazioni che spingono a spostarsi, valutando se esiste un legame di causa-effetto tra il Paese di provenienza e la riuscita della migrazione, analizzando storie di ‘successo’ o ‘insuccesso’ degli esiti, approfondendo il caso dei minorenni irreperibili e i percorsi da essi intrapresi”.
in questo contesto, al fine di analizzare la condizione dei minorenni migranti e rifugiati giunti in Italia, è stata avviata la collaborazione con l’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali del CNR che dei temi migratori si occupa da anni.
Corrado Bonifazi, direttore dei CNR – IRPPS durante l’incontro ha sottolineato che l’indagine “mira a costituire sia un valido e aggiornato strumento di advocacy da adoperare insieme alle istituzioni rispetto alla condizione dei minorenni migranti e rifugiati giunti sul territorio con i recenti arrivi (via mare e non), sia una pubblicazione volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle cause che spingono i minorenni e le loro famiglie a migrare, sulle situazioni che affrontano lungo le rotte attraversate e sulle condizioni che si trovano a vivere una volta giunti in Italia”.
Il rapporto punta, sostanzialmente, a trasformarsi in uno strumento utile per individuare piani di intervento sistematici per far sì che l’attenzione ai più recenti arrivi via mare, non abbia carattere esclusivamente emergenziale.
Unicef Italia oltre a illuminare le vicende dei minori non accompagnati ha promosso la petizione “Per ogni bambino sperduto”, rivolta all’Unione europea, per chiedere la protezione dei diritti e l’accesso ai servizi di base per i minorenni rifugiati e migranti.
Per firmare basta andare sul sito www.unicef.it.