Egregio Matteo Renzi, ci congratuliamo con lei per la sua recente elezione a segretario del PD. Leggendo le sue prime dichiarazioni, che prospettano un’ulteriore riduzione del canone RAI, comprendiamo che la sua campagna elettorale ha avuto inizio. Campagna che rischia però di sacrificare il SERVIZIO PUBBLICO MULTIMEDIALE sull’altare degli interessi di parte ai danni degli interessi generali.
La vicenda Alitalia avrebbe dovuto insegnarle che con gli slogan non si fa nessuna politica industriale efficace e si impoverisce l’Italia.
Forse sarebbe il caso invece di valorizzare un’azienda che il governo ha voluto essere protagonista per altri 10 anni nel ruolo di concessionaria del Servizio pubblico, sarebbe forse il caso di lasciarla libera di svolgere il suo ruolo con amministratori finalmente competenti, magari scelti per concorso e per merito, secondo criteri di trasparenza, proprio come le grandi TV pubbliche Europee.
Lei invece è l’unico leader della sinistra europea ad avere indebolito il servizio pubblico radiotelevisivo: l’unico leader UE ad aver tagliato i finanziamenti alla tv pubblica e messo la RAI sotto il controllo diretto del governo.
Forse in preda all’ansia da prestazione pre elettorale, la butta li in caciara come un Salvini qualunque quando vede un immigrato. In preda a deliri populisti afferma che il canone è ancora troppo alto.
Comprendiamo che attaccare la Rai sia facile come sparare sulla croce rossa. Anni di cattiva gestione e di arroganza nei confronti dei cittadini hanno reso la Rai poco amata. Per cui promettere di abbassare l’odiato canone ulteriormente e portarlo ad 80€ non potrà che comportarle un gran successo mediatico.
La invitiamo però ad una riflessione ponendole delle domande.
Lei vuole governare un paese o le macerie di un paese?
Vuole aggirarsi tra le macerie della Rai come uno sciacallo?
Perché è ovvio che ulteriori tagli alla RAI, senza aver prima sottoposto il cavallo morente di Viale Mazzini ad una adeguata ” cura da cavallo “, non potranno che infliggerle il colpo fatale.
La RAI negli anni è stata trasformata indistintamente da tutte le forze politiche, da un Pubblico Servizio a Servizio di promozione politica e Sistema economico con distribuzione dei proventi. Esattamente questo siamo: un folle bancomat che distribuisce soldi e posti di potere a centinaia di persone ed aziende.
La struttura produttiva, ideativa ed organizzativa è stata sapientemente indebolita e destrutturata da burocrati incompetenti posti alla guida della RAI per giustificare l’ininterrotto ricorso ad appalti e costose collaborazioni esterne.
A questo punto quindi le chiediamo la tassa è esosa rispetto a cosa? Quali sono i parametri per definire un canone per il Servizio Pubblico costoso? La qualità offerta? La quantità di canali? La capacità di distribuire i soldi e posizioni di potere o la capacità di realizzare un servizio producendo autonomamente con trasparenza, efficienza e qualità?
Un solo euro sottratto al servizio pubblico RAI in queste condizioni significa meno offerta, meno qualità, meno investimenti, riduzione del perimetro aziendale, esuberi e licenziamenti.
Come pensa di poter parlare di riduzione dei costi se non dice mai una parola sulla valorizzazione del personale interno. Come pensa di gestire il collasso della RAI con tanto di licenziamenti? Davvero pensa di poter controllare ancora di più una RAI incapace di mandare in onda i suoi programmi e tecnicamente poco efficiente? Lei è al corrente che quest’anno alcune produzioni RAI chiuderanno prima causa crisi economica nonostante il tanto decantato extra gettito che il suo governo si attribuisce?
Caro segretario, abbiamo da poco rinnovato la convenzione il cui testo ci chiede, giustamente, di adempiere a rinnovati e onerosi obblighi –es: ricezione e costi di impianto utente a carico RAI, tutela delle lingue locali, controlli e maggiori contenuti strettamente di pubblico servizio-. Nuovi compiti a cui RAI dovrà far fronte per migliorare l’offerta e rendere migliore il servizio al cittadino che paga il canone ma che indubbiamente comportano nuovi e aumentati costi.
In buona sostanza, rispettare pedissequamente il testo di convenzione e il futuro contratto di servizio, che ancora non ha visto la luce, costerà di più! Molto di più!
Faccia dunque un investimento sul futuro, prometta ai cittadini di spendere bene il canone impedendo che appalti e loschi interessi se ne approprino. Dedichi nel programma elettorale un punto che indichi come primo intervento sulla RAI l’obbligo di utilizzare le risorse destinatele, internamente con trasparenza ed efficienza. Chieda che sia rispettato alla lettera il testo di convenzione.
Imponga tramite l’azionista unico un management capace di gestire la RAI come un’azienda e non come un ministero. Una azienda risanata e ripulita, allora sì, le potrà consentire magari di ridurre a ragion veduta il canone e di dimostrare di essere capace di governare un paese e non solo le sue macerie.
Ci auguriamo legga questo nostro accorato appello. Auspichiamo su questi temi un confronto diretto con lei, magari insieme al sottosegretario Giacomelli per ricostruire sulle macerie RAI di cui sono responsabili i suoi predecessori e in parte Lei.
Non perda l’occasione di rendere un grande servizio al paese. Con i migliori auguri di tanta serenità.