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Carmen Chachón: un inno alla politica e alla vita

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Carmen Chachón non ce l’ha fatta: dopo una vita trascorsa a combattere, a sognare e a spendersi per gli altri, il suo cuore stanco e malandato ha smesso di battere ieri, sfiancato da uno stress che non era più in grado di sopportare.
Se ne è andata a soli quarantasei anni, lasciando due famiglie in lacrime: la sua e quella socialista, entrambe sconvolte da un addio che in molti si aspettavano di dover pronunciare, prima o poi, ma che ciascuno sperava di poter allontanare ancora un po’, come a voler fermare l’impietosa clessidra del tempo che scorreva sempre più veloce, fino a lasciar cadere l’ultimo granello di sabbia e a recidere il filo esile di un’esistenza che, comunque, non è trascorsa invano.
Perché Carmen, esponente di punta del PSOE nonché prima donna spagnola ad essere nominata ministro della Difesa (nel 2008 da Zapatero), ha dedicato ogni singolo giorno e ogni stilla di enegia ad aiutare il prossimo, vivendo ogni istante come se fosse l’ultimo, sposandosi, mettendo al mondo un figlio e andando avanti con un coraggio straordinario, credendo in se stessa e nella meraviglia di ogni singola esperienza, cercando di imparare e di donare qualcosa di importante al proprio Paese, divenendo un esempio di tenacia e di dedizione al lavoro e guadagnandosi, per questo, la stima di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerla e di apprezzarne la competenza, la passione civile e lo spirito di servizio.
Un inno alla politica e alla vita, un sogno che si spegne e una speranza che se ne va, lasciandoci tuttavia un’eredità di grandissimo valore. Come socialista e come persona curiosa del prossimo, delle sue prospettive e del futuro dell’Europa e di questo pianeta, un grazie e un commosso addio. Ciao Carmen, non ti dimenticheremo.


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