Israele ha mantenuto l’accordo raggiunto il 10 marzo: nessun ulteriore rinnovo dell’ordinanza di detenzione amministrativa in cambio della sospensione dello sciopero della fame che al-Qiq aveva intrapreso il 7 febbraio, dopo aver appreso che la sua detenzione sarebbe stata prorogata di altri tre mesi. Muhammed al-Qiq era stato arrestato dalle forze di sicurezza israeliane il 15 gennaio al posto di blocco di Beit El, nei pressi di Ramallah. Aveva appena preso parte a una manifestazione a Betlemme contro la prassi israeliana di non restituire alle famiglie i corpi dei palestinesi uccisi mentre stavano compiendo attacchi armati o perché sospettati di essere in procinto di compierli.
Israele ricorre frequentemente alla detenzione amministrativa nei confronti di palestinesi ritenuti minacciosi per la sicurezza. Si tratta di una procedura basata su prove segrete, cui è dunque difficile opporsi in via giudiziaria. Attraverso rinnovi fino a sei mesi, può teoricamente essere prorogata a tempo indeterminato.
“La decisione di Israele di non estendere la detenzione di Muhammed è la prova della sua innocenza e dimostra che fin qui il mio cliente è stato privato della libertà in modo del tutto arbitrario”, ha commentato l’avvocato di al-Qiq, che ha poi ringraziato Amnesty International per le dichiarazioni pubbliche e le lettere inviate alle autorità israeliane.