Le ultime notizie su Hengameh Shahidi, la 41enne giornalista iraniana in sciopero della fame dal 9 marzo, giorno del suo nuovo arresto, sono molto preoccupanti. Il 7 aprile ha deciso di non prendere più le medicine, peraltro inadeguate a curare i problemi cardiaci di cui soffre da tempo, che le passa la direzione del carcere di Evin, a Teheran. Di fronte alle proteste dei familiari, che da tempo chiedono che Shahidi sia sottoposta a una visita specializzata e a cure specifiche, l’ufficio della Procura ha fatto sapere che nei prossimi giorni un team di medici dell’Istituto di medicina legale si recherà a Evin.
Shahidi fa parte di un ampio gruppo di giornalisti arrestati nell’approssimarsi alle elezioni presidenziali di maggio. Tra questi vi sono l’ex direttore del quotidiano riformista “Farhikhtegan” Ehsan Mazandarani (a sua volta in sciopero della fame) e Morad Saghafi, direttore del settimanale “Goftegoo”. Dopo un mese di prigionia, Shahidi non sa ancora esattamente di cosa sia accusata e, nel regime di stretto isolamento cui è sottoposta, non può vedere un avvocato.
A causa della sua attività professionale e del suo attivismo per i diritti umani, era stata già arrestata nel 2009 e condannata a sei anni di carcere per “associazione e collusione per compiere reati contro la sicurezza nazionale” e “diffusione di propaganda contro il sistema”. Era stata rilasciata due anni dopo, perché già allora le sue condizioni di salute non erano buone.