ISTANBUL – Il ministro degli Interni turco Suleyman Soylu ha minacciato di “far saltare in aria” l’Europa aprendo le porte della Turchia e inviando 15.000 rifugiati al mese nel Vecchio continente.
Le dichiarazioni di Soylu arrivano alla vigilia del primo anniversario dell’accordo siglato tra Ankara e Bruxelles, volto a contenere il flusso dei migranti dalla Turchia verso l’Europa. “Potremmo aprire le porte a 15.000 rifugiati, quelli che non vi mandiamo ogni mese, e far saltare in aria l’Europa”, avrebbe dichiarato ieri in tarda serata Soylu, citato dall’agenzia di stampa Anadolu. Prima di lui anche il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu aveva indicato che la Turchia potrebbe stracciare l’accordo e minacciato di non riammettere in Turchia i migranti già arrivati in Grecia.
La crisi più recente con Ankara è stata innescata dal rifiuto di consentire ad alcuni ministri turchi di svolgere comizi elettorali in città tedesche ed olandesi in vista del referendum costituzionale del 16 aprile in Turchia. La tensione è salita al punto che anche il presidente Recep Tayyp Erdogan ha paragonato il comportamento di Berlino e dell’Aia a quello nazista. Soylu, esponente islamico conservatore molto vicino ad Erdogan, ha accusato l’Aia e Berlino di essere implicate nelle proteste anti-Erdogan del giugno 2013, nelle manifestazioni e rivolte filocurde dell’ottobre 2014, nonché nel fallito colpo di stato del 15 luglio 2016 in Turchia. “Stanno cercando di completare il lavoro che non avevano concluso? Chi sta facendo questo lavoro? Sono Olanda e Germania”, ha detto Soylu. Il ministro ha poi accusato i paesi europei di non aver aiutato la Turchia ad entrare nell’Unione e di non aver contribuito alla lotta contro il terrorismo. “Europa, ce l’hai quel tipo di coraggio …? Vi ricordiamo che non si può svolgere alcun ruolo in questa regione ignorando la Turchia”.