La Costituzione che ha resistito al referendum renziano, è stata violata dalla votazione che ha salvato Minzolini dalla sua decadenza per una condanna definitiva.
L’art. 3 – che proclama l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge – è stato lesionato dalle 19 martellate che altrettanti sentori del PD gli hanno inferto, votando contro l’applicazione della legge Severino all’ex capo della Rai, condannato per essersela spassata con la carta di credito aziendale – cioè con i nostri soldi del canone – e per questo interdetto dai pubblici uffici.
Devastato anche l’art. 54, che impone disciplina e onore a chi siede nelle aule del Parlamento. Cioè, rispetto delle leggi (disciplina) e rispetto dell’interesse della Nazione (onore).
Come i talebani dopo la distruzione di Palmira, i senatori che hanno votato per impedire la decadenza di Minzolini, hanno manifestato a fine votazione – tra le macerie dei principi fondanti della Democrazia – la loro gioia con urla, abbracci e altre vergognose scene di esaltazione corporativa.
Questa è l’anti-politica vera. L’ 8 Settembre della democrazia.
Dove viene abrogato il senso del dovere e celebrata la fuga dalle responsabilità.
Ma è da questa ennesima disfatta, che deve prende più forza la nostra Resistenza.
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