In un paese, l’Uganda, nel quale l’impunità nei confronti di chi attacca gli operatori dell’informazione è la norma, ci si può accontentare della sentenza con cui il 10 marzo un alto funzionario di polizia è stato condannato a una multa equivalente a poco più di 260 euro e al risarcimento dei danni alla vittima, calcolato in 1300 euro? Forse per Andrew Lwanga la soddisfazione sta nel verdetto di colpevolezza più che nella ridicola condanna. Il 21 gennaio 2015 Lwanga stava seguendo una manifestazione di massa contro la disoccupazione nella capitale Kampala. Il funzionario di polizia, Joram Mwesigye, lo colpì ripetutamente e violentemente alle spalle con un manganello e, una volta a terra, lo prese a calci spezzandogli la spina dorsale.
Lwanga ha subito una dolorosa costosissima operazione in Sudafrica e ne attende una seconda. Cammina appoggiandosi alle stampelle e non è stato più in grado di riprendere il lavoro.
PS Mwesigye è stato assolto dall’accusa di aver “distrutto un bene privato” ossia la telecamera di Lwanga. Evidentemente, era caduta da sola…