Gli Spietati, i Senza Cuore, i Feroci stanno vincendo. Lo scrive senza giri di parole qualcuno che di politica internazionale se ne intende, la rivista Foreign Policy che efficacemente titola: “Benvenuti nel mondo del dopo Diritti Umani”http://foreignpolicy.com/2017/03/07/welcome-to-the-post-human-rights-world/. Non meravigliatevi più di tanto. Nella storia dell’umanità la Pietà non ha mai avuto vita facile. Meno di un mese fa sul Corriere Gianantonio Stella ha ricostruito uno dei peggiori crimini perpetrati dagli “Italiani Brava Gente” in Etiopia solo 80 anni fa, una rappresaglia contro un monastero cristiano di quel paese http://www.corriere.it/cultura/17_febbraio_17/rodolfo-graziani-massacro-di-debra-libanos-1c12cb2c-f542-11e6-acae-b28574795707.shtml Vennero mandati a massacrare i religiosi ascari musulmani somali e libici: centinaia di monaci ( cristiani) vennero trucidati, minori compresi. Se avete un po’ di pazienza leggetela la storia, è istruttiva e vi apre gli occhi sui tanti eredi di Graziani che da noi ancora oggi non mancano di sicuro. Personaggi che per tanti aspetti (culturali e mediatici, ma non solo) sono all’offensiva. In Italia ad esempio hanno inventato (con successo) il termine buonista per dileggiare e mettere all’angolo chi parla di umanità e di rispetto della vita. Ora Foreign Policy ci spiega che le cose stanno andando nel verso che vogliono loro: il populismo nazionalista, la geopolitica che esalta il cinismo senza principi, stanno avanzando. Sia chiara comunque una premessa importante: questa gente non si contrasta con la retorica. Con gli appelli generici alla bontà, di strada se ne fa poca. Un esempio? L’accoglienza dei migranti: se non è gestita seriamente e in modo organizzato diventa un’arma nelle mani degli Spietati. Ma detto questo, ora che ce lo dicono persino le riviste più prestigiose, è veramente venuto il momento di aprire gli occhi.
E i media allora che possono fare? Intanto rilanciare un paio di domande: Vi piace un’epoca senza rispetto dei diritti umani (magari neppure i vostri) ? Un mondo che mette definitivamente al bando le associazioni che si battono per “salvare il salvabile”?
E poi i media devono riportare storie. Per questo è importante la campagna partita in Germania #freethemall. La stampa italiana ha parlato in queste settimane di Deniz Yucel, il corrispondente tedesco di Die Welt in Turchia fatto arrestare da Erdogan. I giornali in Germania sono scesi in campo a sua difesa. Ma il quotidiano Taz ha fatto di più: ha pubblicato i volti in prima pagina dei giornalisti fatti imprigionare dall’autocrate di Ankara: arrivati all’incredibile numero di 191 secondo fonti della “resistenza” turca. E la Taz http://www.taz.de ha chiesto in modo chiaro di liberarli tutti, non solo il collega tedesco. L’8 marzo il giornale ha riferito la storia di Ozkan Mayda, cronista da 228 giorni in carcere senza che sia stata formulata neanche una accusa. Un giornalista sportivo a dimostrazione di come nel paese di Erdogan dei diritti umani non vengano privati solo i politici.
La campagna #Freethemall va rilanciata ovunque possibile, perché la verità è che c’è un durissimo scontro globale in atto. La libertà e i diritti vanno difesi con forza prima che si avveri la “profezia” di Foreign Policy.
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