E’ stato annunciato lo sgombero dell’insediamento umanitario Rom di Cornigliano, sito dietro Villa Bombrini, che comprende diciotto roulotte e ripari di fortuna. Nel campo risiedono banbini, donne e uomini già colpiti da tanti episodi di razzismo, emarginazione e crudeltà. E’ una comunità in grave difficoltà sociale che, in base alla Carta dei diritti fondamentali nell’Unione europea, dovrebbe essere protetta e sostenuta, con programmi di inserimento al lavoro, supporto socio-sanitario e tutela dei bambini, del loro diritto alla scolarizzazione e alla serenità. Ecco cosa hanno scritto al sindaco Doria e al prefetto Spena le insegnanti dell’Istituto Comprensivo di Cornigliano (dal Secolo di oggi):
“Ma quando si sgombera un campo Rom, che fine fanno i bambini che si erano integrati nel quartiere frequentando la nostra scuola? Tutto l’investimento educativo di noi insegnanti dove va a finire? E quello dei loro genitori che si sono impegnati a mandarceli tutti i giorni mostrando di rispettare le regole dello Stato e di sognare un futuro diverso almeno per i loro figli? Allontanandoli con la forza dal campo senza offrire alternativa alcuna umanamente accettabile semplicemente significa distruggere tutto il rapporto di fiducia costruito in anni. Significa abbandonare quei bambini che continuando a frequentare la scuola avrebbero potuto avere un futuro diverso ed ora sono condannati ad un destino già segnato e senza nessuna possibilità di riscatto e tante insegnanti si sono recate negli anni in quel luogo spesso dimenticato”.
Il loro è un grido di giustizia, che le istituzioni, se desiderano mantenersi su un cammino di civiltà e rispetto dei diritti umani, non possono ignorare. Il Comune di Genova, purtroppo, ha eretto un muro di fronte alla società civile, che si impegna ogni giorno per dare un minimo sostegno alle minoranze colpite da discriminazione e violenza. Contravvenendo alla Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Difensori dei Diritti Umani, le istituzioni genovesi hanno scelto un novero di associazioni con cui rapportarsi, evitando di rispondere agli appelli da parte di organizzazioni umanitarie e difensori dei diritti umani indipendenti, che non si comportano come le tre scimmiette giapponesi – “Non vedo, non sento, non parlo” – ma dicono no agli abusi nei confronti delle minoranze più vulnerabili e sostengono sempre i valori della solidarietà e della civiltà, anche in questo nostro tempo in cui politici e media preferiscono cavalcare odio e intolleranza piuttosto che farsi portavoce dei valori universali di uguaglianza.
EveryOne Group, a nome di numerose altre realtà umanitarie indipendenti, rivolge una richiesta urgente al Comune di Genova, trasmettendola contemporaneamente alla Commissione europea, al Commissario Ue per i Diritti Umani e all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani: non si proceda allo sgombero dell’insediamento Rom di Cornigliano. Si tratta di nuclei familiari emarginati e assai vulnerabili, che un’operazione poliziesca di allontanamento porrebbe in grave pericolo sociale e sanitario, esponendo bambini, donne e uomini – fra cui molti malati – a indigenza, fame, precarietà, intolleranza e violenza.
Uno sgombero significherebbe la fine di un difficile percorso di integrazione, spesso osteggiato da intolleranti e xenofobi, grazie al quale i bambini sono andati a scuola e si sono integrati nel quartiere. E’ necessario contrapporre gli ideali di solidarietà e rispetto dei diritti delle minoranze emarginate all’odio, proteggere la vita e l’unità dei nuclei familiari, garantire un futuro sereno ai bambini. A Cornigliano servono progetti istituzionali che proteggano la comunità Rom, agevolino l’inserimento al lavoro degli adulti, la valorizzazione delle loro attività treadizionali, i talenti dei giovani. E’ necessario che le persone – soprattutto quelle che hanno ruoli istituzionali – abbandonino pregiudizi e avversità, per sostenere alcuni dei principali paradigmi della democrazia e della civiltà: difendere i deboli, assicurare opportunità di vita a chi è in disagio sociale, promuovere solidarietà e uguaglianza, opporsi al razzismo.
In attesa di una risposta che rappresenti la tradizionale solidarietà e l’antirazzismo genovese, porgiamo i migliori saluti.
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