Ann Wright, già colonnella delle forze armate statunitensi, già diplomatica inviata in giro per il mondo dal suo governo, ora attivista che si spende per la giustizia e la libertà dei popoli, non deve parlare, non deve parlare di Gaza e dell’assedio che la trasforma in una prigione a cielo aperto. Soprattutto non deve parlare in Campidoglio. Lo ha stabilito l’on. Fassina, cedendo alle pressioni dei soliti e ben noti ambienti. Dopo aver prenotato nella sua veste di consigliere comunale la Sala Piccola della Protomoteca Capitolina, a poco più di ventiquattrore dalla annunciata conferenza, l’on. Fassina ha comunicato personalmente a chi ha organizzato l’evento di aver sospeso la disponibilità della sala per svolgere gli opportuni approfondimenti, resisi necessari a seguito delle pressioni esercitate su di lui da esponenti della comunità ebraica romana, suoi amici.
Siamo alle solite. Non è la prima volta che viene ritirata la disponibilità di luoghi istituzionali che avrebbero dovuto ospitare dibattiti su quel che accade in Palestina ad opera della “potenza occupante”. E’ accaduto con la Giunta Marino che spostò una iniziativa dell’Ambasciata Palestinese in Italia dal Campidoglio al Caffè Letterario di Via Ostiense; è capitato per Facoltà di Ingegneria e per la sede di piazza Capranica dell’Università Roma 3. Per limitarsi agli episodi più eclatanti.
E’ accaduto anche questa volta. Lo si temeva. E’ singolare però la motivazione addotta dall’on. Fassina: necessità di approfondimenti. Approfondimenti su che? Chi sia Ann Vright è più che noto. Qual è il tema del suo intervento pure: “Gaza: rompiamo l’assedio”. Non meno noto e bene identificato il soggetto promotore: la Sezione Romana della Campagna Internazionale BDS. Anche il contesto in cui l’iniziativa si colloca è chiarissimo: l’avvio della 13.ma Settimana Internazionale contro l’apartheid israeliana. Cosa c’è dunque da approfondire? E’ tutto più che chiaro.
Ed è proprio questo il problema: è chiaro che si tratta di una iniziativa per criticare e condannare la politica del governo israeliano, e cioè l’illegale assedio di Gaza, l’illegale occupazione dei territori palestinesi che si protrae da 50 anni, nonché gli insediamenti dei coloni, tanto illegali da poter essere rubricati ai sensi dell’art. 8 dello Statuto della Corte Penale Internazionale quali crimini di guerra.
E’ di tutto ciò che non si deve parlare. Se ciò che compie il governo israeliano ai danni del Popolo Palestinese e quindi le sistematiche violazioni del Diritto Internazionale da parte di Israele divenissero di dominio pubblico, come si potrebbe impedire una reazione appropriata dell’opinione pubblica? E come allora potrebbe continuare la inerte complicità dei governi occidentali?
Una coltre di silenzio copra dunque la tragedia del Popolo Palestinese!!!
Lei, on Fassina, di questa ennesima operazione volta a nascondere la verità sulla questione palestinese si è fatto complice.
E non tenti di farci credere che le ingiuriose quanto stupidissime accuse che vengono rivolte a chiunque si schieri a sostegno della causa palestinese di essere filo terroristi ed antisemiti l’abbiano colpita. Farebbe torto alla sua intelligenza. Questo ignobile gioco di chi non ha altri argomenti per difendere le proprie indifendibili posizioni non può far presa su di un politico esperto come lei.
Sarà interessante perciò conoscere da lei di quali approfondimenti sente la necessità.
Nino Lisi
della Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese