In Nigeria la crisi migratoria va letta alla luce di più fattori, tra questi il desiderio di pace, la ricerca di stabilità e specifici ruoli di genere. I dati pubblicati nel giugno 2016 dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni parlano di 2 milioni di nigeriani costretti ad abbandonare le proprie case.
Nella stessa chiave di lettura vanno incluse le questioni sistemiche che gravano sul Paese. Il 60% dei nigeriani vive in condizioni di estrema povertà, senz’acqua e altri generi di prima necessità; il 70% di questo segmento demografico è costituito da donne e bambine.
L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) parla di 59,5 milioni di sfollati a livello globale, di cui il 17% provengono dall’Africa Subsahariana, inclusi Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Sudan del Sud e Nigeria. Secondo le statistiche, 3,7 milioni sono rifugiati e 11,4 milioni invece sfollati interni, di cui 4,5 milioni solo nel 2014.
Insicurezza alimentare, degrado ambientale e violenza
La Nigeria del Nord è caratterizzata da un clima semi-arido che, con meno di 600 millimetri di precipitazioni all’anno, diventa la zona più secca di tutta la fascia del Sahel africano, con conseguenze devastanti per la biodiversità del terreno. L’agricoltura si concentra nella parte centrale del Paese, e rappresenta il 42% del Prodotto interno lordo nazionale. L’80% dei nigeriani nel Nord vive di pastorizia e produzione agricola, ma la regione rimane la meno efficiente da un punto di vista sia economico che infrastrutturale.
L’alto tasso di povertà da un lato, e gli attacchi terroristici di Boko Haram dall’altro, hanno contribuito alla distruzione delle aree agricole del Paese, con un conseguente accentuarsi dell’insicurezza alimentare e una diminuzione della produzione di generi alimentari, per cui i contadini si sono visti costretti ad abbandonare le proprie case. E chi è fuggito non ha intenzione di tornare, per paura del conflitto.
Secondo il Consiglio norvegese per i rifugiati (NRC), gli attacchi di Boko Haram nella Nigeria Nord-orientale hanno avuto un impatto catastrofico sulla disponibilità di generi alimentari e sull’accessibilità delle terre coltivabili. Circa 900.000 persone non riescono a far fronte alle esigenze alimentari di base, mentre 3,9 milioni devono ricorrere a misure di sostegno alimentare (il 60% di queste famiglie a rischio nel solo Stato di Borno).
Le violenze nel Paese hanno esacerbato l’impatto dei cambiamenti climatici, contribuendo al degrado ambientale in tutta la regione, con effetti devastanti sulle già scarse risorse di prima necessità, come cibo e acqua… Continua su vociglobali