In Italia, fin dal 1978, l’interruzione volontaria di gravidanza è legge. L’interruzione è praticata da un medico del servizio ostetrico-ginecologico presso un ospedale generale tra quelli indicati nell’articolo bla-bla (8 C.1 L. 194/78). Tra i medici ostetrico-ginecologi gli obiettori gaudenti in forza dell’art.9/194 si moltiplicano a velocità superiori a mitosi e meiosi su cui si sono specializzati. Risultato: medici specialisti non obiettori ne restano pochissimi. Da qui sarebbe pur lecito chiedersi: ma come mai si specializzano più obiettori che non obiettori?! Ma, dati tempi e modi previsti dalla 194, non c’è tempo per indagare ché preme il problema principale: dove dunque potremo andare a interrompere per legge la gravidanza se è proprio quella legge che non è mai nata?! Risposta: in tutto ciò che, praticamente, avevamo ante legge, ovvero dove chi può sborsa paccate di soldi all’obiettore pubblico, ma magari non in privato, passando per la levatrice dei tempi che furono e, per i più poveri, ricorrendo al web fai da te per tarocco web RU486 o più concretamente nel ferro da calza… E mo’ basta!
Così deve aver pensato il San Camillo. Chapeau.
Ministra della salute, così scandalizzata, si metta in contatto con la sua collega Miur. Per come siamo messi c’è poco da sperare nel merito del fatta (specie questa) legge, trovato l’inganno, tuttavia qualcosa si può raggiungere nelle sue linee guida ove al neo laureato in Medicina si prospettasse la specialità tra ginecologia e ostetricia, avvertendolo che la seconda non prevede obiettori!