«Il via libera dei ministeri alla manovra di riequilibrio approvata dal cda nel settembre scorso rappresenta un momento di chiarezza sul futuro dell’Inpgi, smentendo i profeti di sventura che si esercitano sulle sorti dell’Istituto. L’auspicio è che il governo utilizzi la severità con cui ha preteso l’inasprimento delle regole dell’Inpgi, a cominciare dall’età pensionabile, per definire i criteri di accesso delle aziende editoriali agli stati di crisi e agli ammortizzatori sociali. Non è più pensabile che l’Inpgi venga utilizzato come un bancomat dagli editori, in un quadro generale caratterizzato da un governo sostanzialmente disinteressato ai problemi del precariato dilagante e del lavoro senza diritti. Una situazione inaccettabile perché nega il futuro a generazioni di giornalisti e, senza adeguati correttivi in sede normativa, a cominciare dai decreti attuativi della legge sull’editoria, rischia di avere effetti devastanti per il mondo dell’informazione e per gli istituti della categoria, rendendo inutile la riforma previdenziale appena approvata». Lo afferma, in una nota, Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi.