Essere di sinistra non è stato mai facile, ma adesso inizia ad essere veramente complicato. C’è un PD che Renzi ha pignorato a garanzia del debito di riconoscenza per il 40% alle europee. Nasce finalmente Sinistra Italia, ma pure lei con tanto di scissione di Scotto, che scatta con i suoi verso posizioni più adeguate al suo bisogno di sicurezza. E poi, sullo sfondo, la promessa della breccia di Pisapia, che dovrebbe portare i bersaglieri arancioni al governo.
Tra tutti questi eventi, quello che più colpisce per la sua inutilità è l’assemblea del PD, dove tutti applaudono a tutto, come quelli di Comunione e Liberazione a Rimini. E dove c’è ancora qualcuno che pensa che Renzi possa mettersi in discussione. Neanche l’appello araldico di Veltroni, con le sue rievocazioni dei padri nobili, riesce ad ottenere più di un applauso per la bella calligrafia del suo discorso. Così come cade nel vuoto il richiamo a Gioventù brucuata del sempre elegante Cuperlo. Alla fine ci prova lo stesso Emiliano, con un paio di finte, a far vacillare mister-chi mi ama mi segua, ma la risposta è solo una snobbante rinuncia alla replica finale.
E adesso?
Si corre verso il congresso, senza rallentare. Correre per non pensare. Prima la resa dei conti, poi il resto. Per Renzi i problemi del Paese possono aspettare. Anzi, non esistono, perché lui è la soluzione. Gli smarriti Bersani, Emiliano e Speranza sono attesi dai loro sostenitori alla cassa. Gentiloni stai sereno. Andiamo a comandare (applausi).
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