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Catania – La fontana miracolosa

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“Il problema di Catania? Il traffico!”. Detto fatto, il sindaco ha trovato la soluzione…

La fontana di Bianco al Tondo Gioeni - 03

Pare che durante la fase più oscurantista della Repubblica Islamica, a Teheran ci fosse l’abitudine per le giovani coppie di darsi appuntamento negli ingorghi di automobili così da poter parlare e guardarsi, dal finestrino, disobbedendo alle regole della Shari’a. Innamorati, amici e rivoluzionari amavano il traffico di Teheran. Nel resto del mondo il traffico è invece stato gestito sempre come un problema. Da Palermo a New York. Le città sono state costruite con corsie sempre più larghe, ponti sempre più alti, intrecci di cavalcavia ogni giorno più intricati.

La fontana di Bianco al Tondo Gioeni - 01Decine di linee della metropolitana hanno invaso il sottosuolo e taxi, autobus e tram si sono moltiplicati per usare sempre meno automobili e così snellire il traffico. Percorsi pedonali, piste ciclabili, zone a traffico limitato sono sorte una dopo l’altra per migliorare la mobilità e aiutare a vivere in città meno inquinate. Eppure i clacson continuano a strombazzare e le automobili continuano, in tutto il mondo, a comporre code lunghissime, disordinate, popolate da gente incazzata, sempre in ritardo, sempre di fretta. Nessuno aveva ancora trovato il sistema per snellire il traffico automobilistico delle grandi città ma forse, adesso, un’idea rivoluzionaria c’è.

A Catania, un milione di abitanti nella sua provincia e il più alto numero di auto pro capite d’Italia, nel 2013 è stato abbattuto un ponte: lo storico cavalcavia del Tondo Gioeni che collegava il centro e la periferia pedemontana, alla falde dell’Etna. Da quel momento un grande numero di auto si è riversato su una delle arterie principali, prima scavalcata dal ponte. Ed è stato un gran caos. Oltre quattro i milioni di euro spesi per abbattere il ponte, un altro milione è stato investito per provare a ridurre il traffico tramite un torna-indietro e una bretella. Ma niente. Il traffico è rimasto lì. Fino a oggi.

La fontana di Bianco al Tondo Gioeni - 02

Come snellire il traffico del Tondo Gioeni si sono chiesti i mobility manager dell’Università, l’ufficio mobilità del Comune, l’ufficio Traffico urbano, gli Assessori comunali. Hanno pensato a nuovi ponti, a sottopassaggi, a deviazioni, a nuove corsie. Hanno studiato le altre metropoli, le innovazioni tecnologiche ma nulla. Nessuna proposta convinceva. Nessuna soluzione sembrava adeguata. Poi il Sindaco della città, tale Enzo Bianco, ha deciso di provare a risolvere il problema del traffico a modo suo. “A volte sono le persone che nessuno immaginava che potessero fare certe cose quelle che fanno cose che nessuno può immaginare” diceva Alan Turing. Una di queste persone è Enzo Bianco. “Fermi tutti” immaginiamo abbia detto “state guardando il problema da una prospettiva sbagliata. Proviamo a cambiare punto di vista”. E sembra vederlo, il Sindaco, affacciato al suo balcone, mentre indica l’acqua o linzolu in Piazza Duomo e sussurra “Al Tondo Gioeni serve una fontana”. Una magnifica fontana su un muro lungo centosettanta metri in cemento armato e rivestito in pietra bianca di Comiso. Piante rampicanti ai lati e una nicchia di pietra di Mirto con due vasche che daranno vita a un gioco d’acqua. Led colorati illumineranno cotanta bellezza e un balcone in cima al muro permetterà di ammirare Catania. “Dove li troviamo i soldi, Signor Sindaco?” avrà esclamato qualcuno, rude e attaccato al vile denaro. “Prendeteli da quelli che ci eravamo fatti prestare per realizzare la pista ciclabile dalla Stazione a Piazza Europa, un milione di euro, e mettetevi subito al lavoro”. Alla vigilia di San Valentino è stato avviato il cantiere. Finalmente Catania avrà la sua fontana e il suo muro monumentale. Quando l’umanità passerà lì sotto si fermerà ad ammirarlo, bloccata nel traffico. Voci veraci allora si leveranno dalle automobili incastrate, come nella Teheran dell’Ayatollah. Frasi di inaudita volgarità verso un Sindaco tragicamente incompreso.

Da isiciliani


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