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La prima intervista a Formaggio, neo Presidente eletto della Somalia

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Mogadiscio non è Topolinia e i somali non sono i suoi simpatici abitanti, eppure ieri hanno eletto Presidente della Repubblica Federale della Somalia Formaggio, soprannome storico di Mohamed Abdullahi Mohamed. Il soprannome non ha nulla a che vedere con lui, ma gli deriva da quello assegnato al padre e si è ormai evoluto in Farmajo con un suono internazionale. Lo abbiamo intervistato questa mattina presto raggiungendolo telefonicamente nell’albergo dove alloggia da ieri sera nella capitale somala.

Congratulazioni Presidente! A te e alla Somalia! Come sono andate le elezioni? Come le hai vissute?
È surreale!

Come è stato raggiunto questo risultato?
È stato raggiunto con un duro lavoro di oltre un anno e con un team capace e efficiente.

Ma il voto è stato un plebiscito. Sei stato eletto alla seconda votazione con una maggioranza di 184 voti a 97 (il terzo candidato ha preso invece 46 voti), sulle tre tornate previste come minimo dalla Costituzione Provvisoria in un Parlamento eletto su base clanica, frammentato e senza partiti.
Questa vittoria è del popolo somalo che ha sofferto a lungo e continua a soffrire. Noi abbiamo fatto un lavoro serio e i nostri team hanno svolto una campagna capillare con la società civile e i suoi Saggi.

Che messaggio vuoi mandare al popolo somalo? Come intendi affrontare i nodi dell’economia, del terrorismo e delle divisioni: in una parola la ricostruzione del Paese?
Il nostro obbiettivo è quello di realizzare per prima la pace e la riconciliazione del popolo somalo. Mettiamo al primo posto la sicurezza, la giustizia, il buongoverno, la trasparenza, la lotta alla corruzione e al terrorismo. Serve anche finalmente un serio piano finanziario. Sono convinto che la Somalia si può ricostruire.

Sono sei mesi che la Somalia non ha un governo. Quando pensi di presentare la nomina del Primo Ministro, l’ultima carica che ancora manca alla completezza delle istituzioni somale?
Al più presto. Ci metteremo subito al lavoro per dare un governo legittimo e credibile al Paese.

È un giornale italiano che ti intervista. Che messaggio mandi al popolo e alle istituzioni italiane?
Saluto con affetto il popolo italiano. Vogliamo ripristinare rapidamente i tradizionali rapporti di amicizia e cooperazione insieme. Spero di avere presto l’opportunità di incontrare le istituzioni italiane.

Mohamed Abdullahi Mohamed, detto Farmajo, è nato a Mogadiscio nel 1962, si è laureato alla State University of New York di Buffalo (USA) con una tesi sulla storia occidentale. Nella medesima università ha anche conseguito un Master e attualmente vi insegna. È sposato con la Sig.ra Zeyneb Moalim ed ha quattro figli, due maschi e due femmine. Attivista dei diritti umani, ha tra gli altri incarichi quello di capo delle minoranze della città di Buffalo (USA).
L’intera Somalia ha festeggiato l’elezione di Mohamed A. Mohamed, da Gibuti all’NFD. Persino nelle zone occupate dagli Al Shabab è stato consentito di festeggiare e a Mogadiscio, durante l’intera notte in bianco, non si è sparato un solo colpo d’arma da fuoco. Con l’elezione di Farmajo è scoppiata la pace in Somalia. Tra i primissimi a congratularsi è stata l’amministrazione americana, essendo Mohamed A. Mohamed anche cittadino degli USA. Obama stesso aveva voluto incontrarlo nel 2016, in una cena presso l’Ambasciata USA di Londra, per incoraggiarlo avendo saputo che raccoglieva il consenso popolare, ma che le istituzioni somale non prevedevano le elezioni a suffragio universale.

Fonte: blog Repubblica


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