Riccardo Noury, portavoce di Amnesty, ha chiesto alla Federazione della stampa, ad Articolo 21, e più in generale ai giornalisti italiani, di non spegnere i riflettori, sino a quando non saranno raggiunte verità e giustizia per Giulio Regeni.
Una richiesta ripetuta, con grande passione umana e civile, dalla comunità di Fiumicello, dai familiari di Giulio, da Alessandra Ballerini, legale tenace e generosa.
Quei riflettori resteranno accesi, perché il calvario di Giulio é ancora segnato da troppe oscurità, dai depistaggi e dalle bugie di uno Stato che, ogni giorno, tollera ed incentiva il sequestro, la tortura, la soppressione degli oppositori di ogni fede, natura e colore.
Allo stesso modo, come hanno ripetuto mamma Paola e papà Claudio, bisogna continuare a reclamare il rispetto dei diritti umani e civili anche per tutti i “Giulio egiziani”, parole ancora più forti le loro perché vengono da chi ha perso un figlio e avrebbe tutto il diritto di restare chiuso nel suo doloroso universo.
Per queste ragioni ci é sembrato giusto aderire al loro appello, senza dimenticare che anche quando vennero assassinati i Fava, gli Impastato, i Siani, i carnefici tentarono di infangarli, inventando piste passionali, regolamenti di conti, loschi traffici, esattamente come il regime egiziano ha tentato di fare con Giulio.
Evidentemente le associazioni criminali di qualsiasi natura e latitudine sono ormai omologate anche nel linguaggio e nelle forme dell’oltraggio.
Ora persino loro hanno dovuto rettificare e chiedere scusa, la verità è ancora lontana,ma è ancora possibile.
Sino alla fine e senza incertezza alcuna #veritàpergiulioregeni.