Hanno difeso la Costituzione, ora è il momento di attuarla, a cominciare dalla nuova legge elettorale. Non si scioglieranno gli oltre settecento comitati per il NO al recente referendum sulla riforma Costituzionale, che erano rappresentati oggi all’assemblea nazionale convocata a Roma dal presidente professor Alessandro Pace e dal segretario Domenico Gallo. Non saranno un partito politico, né un movimento, né una lista elettorale, come in grandissima maggioranza hanno concordato e come ha voluto precisare subito il professor Tommaso Montanari, vice presidente di Libertà e Giustizia. Tuttavia si impegneranno ancora “in prima persona, in contatto diretto e vitale con la comunità territoriale a cui fanno riferimento”.
Potrebbero offrire quel raccordo con l’elettorato che i partiti, anche e soprattutto a sinistra, sembrano aver perduto per arricchire di nuova vitalità alla democrazia italiana. I politici presenti hanno mostrato di prendere in considerazione l’offerta. Fra i tanti interventi della giornata, il video ne propone quattro fra i più applauditi, straordinariamente efficace quello della novantaduenne Lidia Menapace, partigiana ed ex parlamentare della sinistra radicale. Gli altri sono di Paolo Ferrero, leader di Rifondazione, del costituzionalista Gaetano Azzariti e di Nicola Fratoianni, deputato di Sinistra italiana.
Resteranno dunque una Rete di comitati territoriali indipendenti ed autonomi, con un coordinamento nazionale, costituito da uno o due rappresentanti per regione, che svolgerà una funzione di servizio e di collegamento. Il magistrato Domenico Gallo, che è stato finora il principale animatore dell’ iniziativa, ha indicato nella relazione introduttiva quali caratteristiche dovrebbe avere, secondo la rete, la nuova legge elettorale, una volta passato l’esame di dopodomani della Corte Costituzionale. “Dobbiamo pretendere – ha detto – che il sistema elettorale ripristini la rappresentanza, garantisca l’eguaglianza dei cittadini nell’esercizio del diritto di voto, restituisca ai cittadini il diritto di scegliere i loro rappresentanti, riconduca i partiti alla loro funzione costituzionale di canali di collegamento fra la società e le istituzioni, piuttosto che strutture di potere autoreferenziali”.