Sgombriamo il campo da possibili equivoci: il lavoro del giornalista è sempre criticabile esattamente come qualsiasi altra attività di carattere intellettuale o opera dell’ingegno. Un conto, però, è la critica, anche aspra e legittima, un altro l’attacco personale finalizzato alla delegittimazione del giornalista e del suo lavoro. Le critiche che il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha rivolto a Roberto Saviano, rientrano in questa seconda categoria. Per questo sono inaccettabili. È lecito dissentire dalle opinioni di Roberto Saviano, ma liquidare le sue prese di posizioni come tentativi di speculare e di aumentare i propri guadagni è inaccettabile. Non lo è nel caso di Saviano come nel caso di tutti coloro, che come lui, subiscono gravi limitazioni alla libertà personale e sono costretti a vivere sotto scorta per aver avuto il coraggio di denunciare il malaffare e i traffici della criminalità organizzata. La critica e la polemica sono il sale della democrazia. A nessuno, a prescindere dalla collocazione politica, può essere consentito di affermare che le opinioni di chi mette a proprio rischio la propria incolumità e la propria vita, chiunque esso sia, servono a incrementare il proprio fatturato.
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