Tullio De Mauro è stato un ottimo ministro, perché la politica ha avuto il coraggio di chiamare una persona competente per rilanciare l’Istruzione. Purtroppo, sono pochissimi i casi in cui questo avviene. Anzi, adesso a guidare lo stesso dicastero c’è una persona di imbarazzante inadeguatezza. Ma il caso più clamoroso è la mancata nomina del magistrato Gratteri a ministro della Giustizia nel Governo Renzi. Un esperto del processo, che ha buttato giù 150 precise proposte, per aprire il cofano della giustizia e ripararla, rendendola più veloce, economica e semplice. Il problema, però, è che con un processo più breve ci sono meno prescrizioni e questo ha impaurito una parte del ceto politico, che sull’eternità dei giudizi si è costruita una immunità parallela.
Da cittadino, questa separazione tra competenza e governo mi preoccupa. E mi colpisce, proprio durante la commemorazione di De Mauro da parte di tutte le forze politiche, perché vedo un’ipocrisia insopportabile. Ci sono tanti De Mauro disponibili per risolvere i problemi del Paese, ma ci sono anche tanti incompetenti e disonesti che se ne guardano bene dal coinvolgerli, perché speculano sulle disfunzioni.
Il 2017 sarà l’anno della creazione di un nuovo partito di Sinistra .
Sul versante della competenza, vorrei che questo nuovo soggetto fosse aperto ai tanti De Mauro che la società civile offre. Sul versante dell’onorabilità, vorrei che ponesse nel codice etico la scelta – per i propri politici sotto processo – tra prescrizione e incarichi. Chi non rinuncia alla prescrizione, se prescritto, viene interdetto da ogni carica interna o istituzionale, potendo rimanere solo un semplice iscritto. Sul versante della credibilità, verrei che tutti i parlamentari del nuovo partito adottassero il “nesso del 10”, ovvero si autoriducessero gli stipendi a dieci volte l’importo della pensione sociale e si facessero promotori per un regolamento nelle aziende partecipate o salvate con interventi dello Stato, affinché gli stipendi per i vertici non fossero superiori a dieci volte quello base.
Abbiamo bisogno di segnali chiari per risalire la china della mancanza di fiducia dei cittadini nei partiti (6% !). La credibilità si ricostruisce con comportamenti netti.
Non sufficienti, ma necessari.
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