Senza tetto, senza casa, senza fissa dimora. E senza più una vita da trascorrere, seppur di stenti, nella speranza di un luogo confortevole dove dormire e di un piatto caldo per sfamarsi.
6 clochard sono morti in meno di 48 ore da nord a sud nelle tante città colpite dalla neve e dal gelo a tratti polare. Per strada, in un palazzo e in un ipermercato abbandonato, su una panchina a pochi passi da una chiesa. Di gran parte di loro non si conoscono le generalità e forse mai si conosceranno. Anonimi nella vita, anonimi nel trapasso.
A Milano un 66enne è stato trovato all’interno di un palazzo abbandonato. La morte sembra sia dovuta ad assideramento. Come nel caso del 48enne di Firenze ritrovato da alcuni passanti che hanno chiamato i soccorsi. In una mega struttura commerciale abbandonata di Avellino è stato rinvenuto il corpo di un uomo di 44 anni. Era lì da tre anni. E’ stato un amico, suo compagno di sventure a far scattare l’allarme. Era invece in strada il 58enne senza fissa dimora trovato morto in strada ad Aversa. L’uomo era spesso ospite della mensa della Caritas. Le temperature rigide hanno raggiunto anche Messina dove un 46enne senza tetto da tempo malato è morto. Il freddo ha aggravato le sue condizioni. E poi a Latina, dove un cinquantenne è morto di freddo su una panchina nei pressi di una parrocchia, a due passi dal centro.
Morti per il freddo, italiani e stranieri. In questa congiuntura straziante di freddo e miseria che colpisce indiscriminatamente i più poveri, bianchi e neri, giovani e anziani, nell’indifferenza generale. Alla povertà mancano molte cose – scriveva un drammaturgo romano – all’avarizia, tutte.