Dapprima il Comandante generale dell’Arma dei carabinieri Tullio Del Sette, poi il Ministro dello sport Luca Lotti ed il Gen. dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia, hanno appreso da una fuga di notizie di essere indagati per fuga di notizie. Si deve ricorrere ad uno scioglilingua per descrivere la singolarità del caso. Marco Lillo, su “Il fatto”, lancia un paio di giorni fa lo scoop che Lotti e gli altri sono indagati dal PM Henry John Woodcock per rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento nell’ambito dell’indagine avviata dalla Procura di Napoli sulla corruzione in Consip. L’ipotesi di reato sarebbe relativa ad una vicenda che vede originariamente indagati l’imprenditore Alfredo Romeo e il dirigente Consip Marco Gasparri per un importante appalto che il primo si stava per aggiudicare grazie ai favori del secondo.
A far partire le indagini su Lotti, Del Sette e Saltalamacchia sarebbe stata la bonifica da microspie che Luigi Marroni, a capo della Consip, avrebbe disposto efficacemente negli uffici della Consip stessa sembra, come sarebbe emerso nel corso del suo esame come persona informata sui fatti, dietro segnalazione di Luigi Ferrara, Presidente di Consip, che avrebbe avuto la soffiata dal Gen. Del Sette. Per altra via, analoghe informazioni sarebbero pervenute da Lotti e dal Gen. Saltalamacchia.
Dopo la pubblicazione de “Il Fatto”, Luca Lotti ha postato venerdì scorso su Facebook di aver appreso la notizia dell’indagine a suo carico dal noto quotidiano, ha negato qualunque coinvolgimento e si è dichiarato disposto ad incontrare immediatamente il Procuratore della Repubblica di Roma al quale l’inchiesta è stata inviata da Napoli per competenza territoriale.
Questi fatti portano a concludere che nella Procura della Repubblica di Napoli c’è stata una grave fuga di notizie, con dovizia di dettagli, raccolta (doverosamente) da Marco Lillo e relativa ad indagini sull’altrettanto grave fuga di notizie dalla medesima Procura della Repubblica di Napoli raccolta, invece, da Luigi Marroni. Ma con un’evidente disparità di trattamento: alla fuga di notizie raccolta da Marco Lillo non risulta essere seguita alcuna indagine per violazione del segreto istruttorio. Alla fuga di notizie raccolta da Luigi Marroni seguirà, invece, l’indagine a carico di Del Sette, Saltalamacchia e Lotti per rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento.
Visti da lontano, si ha l’impressione che la Procura della Repubblica di Napoli sia un colabrodo di fuga di notizie con alterne conseguenze. E la parità di trattamento? E l’obbligatorietà dell’azione penale?