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“Manuale elettorale per candidati marxiani” – di Alessandro Giungi

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La campagna elettorale è l’occasione in cui ciascuno di noi viene, prima o poi, suo malgrado coinvolto nella politica. Tutti trovano qualcuno che dà loro un volantino e chiede un voto. Alcuni vivono questo momento con simpatia, altri con un malcelato fastidio, pochi comprendono quanto questo poter scegliere ed informarsi circa programmi ed idee di persone e partiti sia il sale della democrazia e quanto spendersi per un candidato e poi eleggerlo sia il modo di far avanzare idee, pratiche, politiche; solo pochissimi, i più audaci, decidono di essere quel candidato e, dopo inevitabili esitazioni, si candidano. Chi scrive le ha passate tutte: ha fatto campagna, ha organizzato campagne per altri, si è candidata ed è persino stata eletta. Sempre ho amato la campagna elettorale, sarà che per carattere attaccherei bottone anche con un tombino, sarà che ho sempre guardato agli altri come ad una terra inesplorata da scoprire, sarà perché ho sempre pensato che, da un lato, se non vivi per servire non servi per vivere e, dall’altro, che servire a volte è prendersi l’onere, ma anche l’adrenalina di rischiare qualcosa di nuovo. Di rado, però, pur avendone vissute diverse, ho sentito raccontare bene una campagna elettorale: un’eccezione in questo panorama è costituita dal Manuale elettorale per candidati marxiani di Alessandro Giungi, un libro acuto ed arguto scritto da un innamorato della politica, che, come tutti gli innamorati, continua a vederne i lati positivi, a chiamare i capricci vezzi ed a dire “Che carattere!” se l’innamorata lo piglia a schiaffoni.

La “passionaccia” traspare riga dopo riga nella descrizione di metodi e trucchi per muoversi in quel mondo tutto particolare della campagna, per cui ti trovi improvvisamente a volantinare al mercato sotto roll-up che ti raffigurano o a farti domande ontologiche sui tuoi post su facebook passando intere mezzore a chiederti se la foto dove ti hanno taggato con in mano un bel mojito ti dia l’aria da giovane o da alcolizzata. E così, in un momento in cui la politica appare tutta fatta di manovre, la freschezza del candidato marxiano (di sinistra, senza appoggi particolari e con una candidatura da indipendente anche se in un grosso partito) la riporta a dialogo, incontro, confronto sui marciapiedi magari con un volantino in mano. Il fatto poi è che l’autore nel suo racconto è credibile: chi scrive l’ha conosciuto volantinando in un mercato per il sindaco Sala pur sapendo che non era stato rieletto consigliere comunale. Dopo una campagna referendaria dove il “Sì” ha perso nonostante avesse ingaggiato grandi e costosissimi esperti americani e in cui la distanza fra cittadini e politica non è mai stata tanto larga, forse il “Manuale elettorale per politici marxiani” può davvero aiutarci tutti a fare politica in un’altra maniera, ma soprattutto, da politici o semplici cittadini, a guardarla in un modo diverso.


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