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Diritti umani, il nuovo genocidio in Sudan nelle immagini di “The heart of Nuba”

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Il miglior modo per celebrare la Giornata mondiale per i diritti umani è ricordare quei luoghi in cui il rispetto di tali fondamentali diritti non sono rispettati. Come il Sudan dove si sta consumando un nuovo, orrendo, genocidio nell’indifferenza del mondo.
Per questo è stata organizzata nella libreria del Senato, su iniziativa della giornalista e presidente di “Italians for Darfur” Antonella Napoli, nonché membro del Consiglio di presidenza di Articolo 21, la proiezione del film “The heart of Nuba”.
“I diritti umani rappresentano un fondamento sociale irrinunciabile, non solo è giusto recepirli e rispettarli ma bisogna impegnarsi, lottare, affinché la Giornata Mondiale dei Diritti Umani sia ogni giorno. In tutto il mondo”.
Ha affermato la Napoli intervenendo all’iniziativa ”Testimoni dei diritti”, in occasione della Giornata Mondiale per i Diritti umani celebrata lo scorso 10 dicembre e dell’anteprima dell’opera che sarà presentata ufficialmente nel febbraio 2017 nell’ambito della presentazione del Rapporto annuale sulla situazione dei diritti umani in Sudan.
Napoli ha anche portato la sua testimonianza diretta, con il resoconto delle vicende di cui è stata lei stessa protagonista, come nel caso di Meriam Ibrahim una donna all’ottavo mese di gravidanza condannata a morte per apostasia in Sudan e poi liberata sull’onda di una mobilitazione internazionale, o che ha raccontato nei suoi libri, come la crisi umanitaria e il conflitto in Darfur e il dramma dei bombardamenti e della repressione a danno delle popolazioni dei Monti Nuba, un nuovo genocidio in corso in Sudan.
“Bisogna essere vigili e non perdere di vista, a causa del crescente timore per la sicurezza, l’importanza dei diritti – ha ammonito – La paura, la tensione per la crescente ondata di immigrazione, non debbono indurre a frenare, o addirittura, indebolire la promozione e la tutela dei diritti umani. Non è accettabile che siano sacrificabili sull’altare della sicurezza. In tempi difficili come quelli che stiamo attraversando, caratterizzati da eventi drammatici e stragi terroristiche che ci terrorizzano, il rischio è che la giusta dimensione di solidarietà e di accoglienza che l’Italia ha sempre manifestato nei confronti dei rifugiati possa soccombere a favore di misure più stringenti contro il terrorismo”.
“Noi giornalisti abbiamo il dovere di non ignorare questi temi – conclude Napoli – ma spesso i media mainstream preferiscono “dimenticarli”. Come avviene ad esempio per la crisi nel Sahara occidentale dove i diritti basilari sono costantemente violati e per il popolo saharawi appaiono ancora lontani dall’essere garantiti. Per supplire a tali mancanze l’impegno di chi ‘illumina’ quotidianamente le periferie è fondamentale. E va sostenuto. Sempre”.


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