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In piazza con Msf per ribadire #stopbombeinsiria

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Il due settembre di quest’anno ci siamo ritrovati in tanti in piazza per chiedere la fine dei bombardamenti in Siria. Lo abbiamo ribadito pochi giorni dopo alla marcia Perugia – Assisi. Ci sono stati da allora due tentativi di cessate il fuoco, un momentaneo stop ai raid aerei e una proposta di tregua di cui si sta discutendo in questi giorni alle nazioni Unite. Ma l’inferno nel Paese è rimasto sempre lo stesso. L’orrore, dopo piccole parentesi di calma apparente, è ripreso con ancora maggiore vigore, con effetti più devastanti di prima.

Oggi, 6 dicembre, alle 18,30, in piazza Montecitorio, Medici senza Frontiere ha promosso un sit-in per dimostrare solidarietà nei confronti della popolazione siriana, di tutte le vittime di questa brutale guerra, delle centinaia di migliaia di persone intrappolate nelle zone assediate e sfollate a causa del conflitto. E noi saremo li con loro.
Msf esorta tutti a partecipare: medici, personale sanitario, organizzazioni umanitarie e tutti i cittadini che ripudiano la guerra e chiedono di fermare i bombardamenti su Aleppo e sulle altre città siriane ormai allo stremo.
E non solo con armi convenzionali. Aleppo, seconda città della Siria, è stata più volte colpita con attacchi chimici. L’ultimo tre settimane fa.
Quasi sicuramente sono stati usati ordigni a base di cloro, circostanza che se confermata costituirebbe un crimine di guerra oltre che un allarmante segnale dell’intensificatouso, da parte del governo siriano, dell’utilizzo di queste devastanti armi contro la popolazione civile.
L’attacco, avvenuto ad al-Zibdiye, un quartiere controllato dai gruppi armati che si oppongono a Damasco, è il quarto portato a termine un meno di un mese nel nord della Siria.

Le vittime sono state almeno 14. Amnesty International, tra le prime organizzazioni a denunciare l’episodio, ha avuto conferma del ricovero di almeno 60 persone, tra cui 40 bambini, con sintomi caratteristici della contaminazione da cloro.
Un medico di Aleppo ha riferito che tutti i ricoverati presentavano le stesse avvisaglie, tra cui difficoltà di respirazione e tosse, e i feriti avevano sui vestiti l’odore inconfondibile del pericoloso elemento combinato s esplosivi.
Come ricorda Medici senza Frontiere nell’appello alla mobilitazione del 6 dicembre, la Siria è intrappolata nella morsa di un terribile conflitto da oltre cinque anni.
L’accanimento su Aleppo est, che già da mesi ha visto un’escalation di azioni militari che non risparmiano nessuno, ha determinato un aumento esponenziale di morti e di feriti. Stessa sorte per la gente dei sobborghi di Damasco e Homs.
A essere colpiti non sono solo i ribelli, ma anche aree residenziali, scuole e ospedali. Nell’ultimo anno sono state bombardate ben cinque strutture in cui operava Msf o garantiva supporto ai medici locali.
Il sistema sanitario è devastato e l’ong fa sapere che non è possibile capire “quanto ancora possa funzionare” sottolineando che la popolazione non ha quasi più accesso alle cure di base e muore per malattie o ferite facilmente curabili.
Per dire basta a tutto questo Medici senza frontiere ha deciso di scendere in piazza indossando camici bianchi, per manifestare la vicinanza ai siriani, ai medici e agli operatori sanitari, che lottano ogni giorno per sopravvivere e fornire assistenza medica salvavita alle persone, “preservando l’ultimo filo di umanità in questa guerra terribile” come ricorda Loris De Filippi, presidente di MSF, che questo pomeriggio sarà con i suoi colleghi, e noi con loro, davanti Montecitorio per lanciare un segnale alle istituzioni.

MSF chiede che tutte le parti in conflitto garantiscano subito la fine dei bombardamenti indiscriminati sulla popolazione civile, il rispetto delle strutture mediche e del personale sanitario, il diritto alla fuga dei civili intrappolati nel conflitto per cercare sicurezza e protezione, la possibilità di fornire assistenza umanitaria e il passaggio libero e sicuro del personale medico e umanitario e la tempestiva evacuazione di malati e feriti gravi verso zone dove possano accedere a trattamenti medici specializzati.

Per aderire e diffondere l’appello: https://www.facebook.com/events/910979102335351/


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