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Come sarebbe un giorno senza migranti?

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La campagna social lanciata dall’Oim e dalla società egiziana Bassita mostra in maniera provocatoria cosa accadrebbe se davvero venissero attuate le politiche anti-migranti

“Un giorno senza migranti” è il nome della campagna social lanciata dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni, in collaborazione con la società egiziana Bassita, per mostrare attraverso un video cosa succederebbe se i migranti dovessero improvvisamente scomparire dai paesi nei quali si trovano adesso.

Chi guiderebbe l’autobus? Chi suonerebbe durante un concerto? Chi verrebbe a visitare un bambino nel cuore della notte? Senza i migranti, nessuno.

La campagna è stata lanciata il 21 novembre e intende mostrare l’impatto della migrazione nel quotidiano per andare oltre un tipo di comunicazione che diffonde una retorica xenofoba, fondata su stereotipi e hate speech. Condividere la propria storia e raccontare in che modo cambierebbe la propria giornata senza migranti sono le due azioni pratiche che la campagna vorrebbe stimolare, per coinvolgere l’utente, cercando di portare a una riflessione e a una partecipazione condivisa.

L’iniziativa è parte del progetto Oim “I am a migrant”, piattaforma web dove i migranti raccontano la propria storia partendo dalla risposta alla semplice domanda: “Chi sei?”.

Essenziale la presenza di migranti sul lungo periodo

Conoscere le conseguenze delle politiche anti-migranti è essenziale secondo il referente egiziano dell’Oim Amr Taha: “Nonostante la retorica negativa sul fenomeno migratorio nei paesi occidentali si sia incrementata negli ultimi anni, la realtà dimostra come essi siano fondamentali nel tessuto della società moderna e parte attiva e produttiva nei paesi che li ospitano”.

Obiettivo della campagna è far sviluppare o accrescere la consapevolezza di quanto possano essere deleterie le politiche anti-immigrati. Infatti, secondo le stime del Dipartimento degli affari sociali ed economici delle Nazioni Unite (Undesa) tra il 2010 e il 2100 la popolazione europea tenderà a un calo demografico di circa 100 milioni (13,7%): 31 milioni nei primi 40 anni (4,2%) e 70 milioni tra il 2050 e il 2100.

Un calo che determinerà la necessità di accogliere migranti per compensare la decrescita, evitando così di avere problemi sul piano del lavoro, poiché verrebbero a mancare le risorse umane necessarie per rispondere all’offerta.

Da cartadiroma


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