Rapporto “Donare per curare” del Banco farmaceutico. Le donazioni sembrano assestarsi dopo anni di forte crescita. Sono 3.681 le farmacie aderenti (+10% in 3 anni). Donano di più le donne e chi ha un titolo di studio superiore, di meno gli under 35. Sono oltre 12 milioni gli italiani che limitano le cure mediche per motivi economici
ROMA – Nel 2016 le donazioni di farmaci sembrano assestarsi dopo anni di forte crescita: nei primi 8 mesi dell’anno sono stati raccolti circa 1,2 milioni di confezioni, con una stima a fine anno in pareggio rispetto al 2015. La Giornata di raccolta del farmaco si conferma sugli stessi livelli del 2015 e le donazioni aziendali appaiono stazionarie: sono circa 100 mila le confezioni donate ogni mese per un totale annuo di circa 1,2 milioni (identico a quello del 2015). Sono i numeri del Rapporto 2016 Donare per curare – Povertà sanitaria e donazione farmaci realizzato dall’Osservatorio donazioni farmaci della Fondazione Banco Farmaceutico insieme a BFResearch e presentato oggi a Roma nella sede dell’Agenzia italiana del farmaco.
Dal Rapporto risulta che crescono anche le donazioni derivanti dal Recupero farmaci validi: a fine anno potrebbero essere superate per la prima volta le 100 mila confezioni, grazie all’aumento delle farmacie aderenti: nel 2015 questo canale rappresentava il 5 per cento del totale del raccolto, nel 2016 si stima che si possa arrivare a coprire il 6,5 per cento di tutti i farmaci donati (nel 2013 si toccava appena il 2 per cento). Inoltre, si legge nel Rapporto, “con l’entrata in vigore della nuova Legge Gadda contro lo spreco alimentare, ci si attende un nuovo sviluppo soprattutto per quanto riguarda le donazioni aziendali. Si attendono i decreti attuativi per capire e valutare quali concrete opportunità si apriranno per le aziende e per il Terzo settore”.
Il canale più significativo della raccolta è rappresentato dalle donazioni aziendali: nei primi 8 mesi sono state donate più di 800 mila confezioni, per un controvalore in termini monetari di oltre 6 milioni di euro. Il mix delle classi di farmaco donate e distribuite resta molto vario ma cresce il peso dei farmaci rimborsabili (oltre il 41 per cento nei primi 8 mesi contro il 16,5 per cento del 2015), mentre restano molto alti quelli non rimborsabili (46 per cento contro il 52,7 per cento del 2015). Si assottiglia invece in modo significativo il contributo di integratori alimentari e presidi medico-chirurgici. Oltre il 70 per cento dei farmaci ricevuti dalle aziende sono destinati a grandi enti che lavorano nei Paesi in via di sviluppo o in aree segnate dalle guerre.
Le farmacie che aderiscono alla Giornata di raccolta del farmaco sono cresciute del 10 per cento in 3 anni: nel 2016 sono state 3.681 (+16 rispetto al 2015) ovvero 1 su 5 farmacie esistenti. Resta prevalente l’adesione di farmacie del Centro Nord che da sole coprono i due terzi del totale. Complessivamente, nelle farmacie sono state raccolte circa 354 mila confezioni, (+1,4% per cento nel triennio ma in pareggio rispetto al 2015). Anche la spesa complessiva risulta uguale a quella dello scorso anno (circa 2,3 milioni di euro) con un valore per confezione di 6,4 euro. Campione di raccolta è stata la Lombardia con quasi 103 mila confezioni. Le categorie di farmaci più donate nella Giornata sono stati analgesici e antipiretici (33,2 per cento), antinfiammatori orali (12,3 per cento) e i preparati per tosse e raffreddore (6,8 per cento). Aumentano le farmacie che aderiscono alla campagna di raccolta dei farmaci validi ovvero quelli acquistati dalle famiglie ma rimasti inutilizzati, integri e in corso di validità: erano 43 nel 2013, sono arrivate a 260 distribuite su 8 province (in particolare, Torino, Milano e Roma). Nei primi tre trimestri del 2016 nonostate raccolte 80 mila confezioni di farmaci validi, con una crescita del 30 per cento rispetto ai primi 9 mesi del 2015.
Donano di più le donne e chi ha un titolo di studio superiore, di meno gli under 35. È quanto risulta dalla prima indagine rappresentativa dei donatori di farmaci realizzata in collaborazione con Doxa Pharma in occasione della Giornata di raccolta del farmaco 2016 su circa mille persone all’uscita di 31 farmacie distribuite in 19 città. Dall’indagine risulta che hanno donato 2 persone su 3 tra quelle recatesi in farmacia durante la Giornata di raccolta, in media si dona 1,6 confezioni di medicinali, ma l’11 per cento ha donato più di 3 confezioni, 35 donatori su 100 donano ogni anno o quasi, mentre 28 su 100 non hanno mai donato neppure un farmaco. I motivi? Sono prevalentemente economici o perché hanno deciso di spendere in altre cause sociali. Il 30 per cento di chi ha donato nel 2016 lo ha fatto per la prima volta.
Sono 4,6 milioni gli italiani in povertà assoluta (500 mila in più rispetto al 2015), pari al 6,1 per cento delle famiglie (erano il 5,7 per cento l’anno precedente). In media ogni anno le famiglie spendono 682 euro a testa per curarsi, cifra che per le persone indigenti scende a 123 euro. Rispetto al totale della spesa media mensile, nelle famiglie povere si destina il 4,4 per cento del budget domestico per curarsi, in quelle povere si scende al 2,6 per cento. All’interno della spesa per le cure, le persone povere destinano 72,60 euro all’anno a testa per acquistare farmaci (in media se ne spendono 268,80), ciò significa che tra le persone povere quasi 6 euro di spesa su 10 finiscono in farmaci, contro i meno di 4 in media. Le difficoltà però non riguardano solo le persone in povertà assoluta, come si legge nel Rapporto, “oltre 12 milioni di italiani hanno dovuto limitare il numero di visite mediche o gli esami di accertamento per motivazione di tipo economico”. (lp)