Sulla vicenda dello stato di crisi dell’Associazione Stampa Romana occorre fare chiarezza innanzitutto su un dato di realtà: nessun dipendente è stato messo unilateralmente in cassa integrazione guadagni, al personale non è stato chiesto di organizzare il lavoro degli uffici sulla base del piano di riduzione dell’orario di lavoro approntato finora solo per aprire formalmente la procedura di consultazione sindacale. Procedura che è stata aperta formalmente dopo che la rappresentanza dei dipendenti aveva dichiarato di non voler presentare controproposte per i risparmi sul costo del lavoro nell’incontro informale dello scorso 26 ottobre. Citazione letterale dal documento-appello dei dipendenti: “La riunione finisce con la richiesta dei delegati di una convocazione ufficiale cui avrebbe dovuto partecipare anche la loro rappresentanza sindacale e/o un legale di fiducia”. Se non fosse stata aperta la procedura, non sarebbe stato possibile rispettare i tempi della consultazione sindacale cui i lavoratori hanno diritto appunto in qualsiasi confronto fra le parti, nell’eventualità che non vengano individuate strade alternative a quella della Cigs in deroga ipotizzata nel piano.
Pur comprendendo la tensione del momento, la segreteria respinge le modalità scelte dai dipendenti per la comunicazione all’esterno, con un documento punteggiato di inesattezze oltre che di offese personali al gruppo dirigente. Mette in guardia chiunque fosse tentato dallo strumentalizzare il presente momento di difficoltà per ragioni “politiche”, in vista di scadenze delicate per la categoria: sarebbe un tentativo irresponsabile e verrebbe contrastato come tale. Stampa Romana farà la sua parte e non verrà messa a tacere.
Stampa Romana ha dovuto subire nel recente passato le decisioni degli enti di categoria sui contributi per i servizi e i costi di esercizio della sede, che hanno avuto parte decisiva sulla presente situazione del bilancio.
Nel frattempo però sono stati attivati tutti gli approfondimenti possibili sul costo e l’organizzazione del lavoro che offre margini per la correzione di alcune peculiarità (residuate da gestioni di epoche passate legate a risorse non più disponibili) oggi non più giustificabili, sui nuovi ammortizzatori sociali resi disponibili da una recentissima circolare Inps e dal miglioramento della posizione previdenziale dell’Associazione. Inoltre, avendo ottenuto una disponibilità alla collaborazione da parte dei vertici federali e dell’Inpgi, si stanno esplorando le strade a nostra disposizione per recuperare crediti del passato e ottenere risparmi su altre voci del bilancio, a partire, come da nostra richiesta, dalla spesa della sede, divenuta insostenibile dopo gli ultimi aumenti. Il confronto con le rappresentanze interne, quindi, ha oggi più di ieri tutte le possibilità per essere instradato su binari costruttivi e non traumatici, a partire dal necessario ripristino del rispetto reciproco.
La segreteria di Stampa romana è consapevole della delicatezza del momento e affronta con la massima preoccupazione un intervento sul costo del lavoro che rappresenta indiscutibilmente un problema e una sofferenza per una associazione sindacale, per il suo gruppo dirigente, per la comunità che rappresenta. Ribadisce la determinazione a mettere in sicurezza i conti dell’Associazione Stampa Romana, la cui storia e patrimonio appartengono a una collettività più larga di quella dell’attuale gruppo dirigente pro tempore o degli attuali dipendenti e perfino più larga di quella rappresentata dagli attuali iscritti. Per farlo, la segreteria ha messo in pratica da tempo e con grande serietà una severissima spending review e un riordino gestionale che non ha intaccato i servizi agli iscritti e alla categoria in generale, spending review i cui risultati sono pubblici e verificabili e che hanno permesso di rallentare la crisi e la sua ricaduta sui livelli occupazionali e salariali. Ma, a differenza delle aziende con le quali il sindacato si confronta quotidianamente, Stampa Romana non ha un azionista che può ricapitalizzare, non ha consulenze e forniture opache da razionalizzare, non ha un mercato da rilanciare. Sta sviluppando una politica della formazione professionalizzante che in questi mesi sta portando concreti risultati sul piano dei ricavi, ma che certamente non è sufficiente da sola a ripianare una situazione determinata soprattutto dal calo storico degli iscritti, un problema condiviso con tutti i sindacati nel nostro Paese ma aggravato dalle vicende specifiche della categoria dei giornalisti e dalla crisi dell’editoria.
La segreteria prosegue il confronto con gli organi associativi dell’Asr (che conoscono bene la gravità della situazione avendo recentemente approvato quasi all’unanimità il bilancio consuntivo 2015 e il preventivo 2016) e con i vertici della Federazione della Stampa sugli strumenti migliori per trovare una soluzione stabile alla presente difficoltà nei conti. Ogni contributo è bene accetto se persegue l’obiettivo comune di evitare il degenerare della crisi e ottenere risultati tangibili di risanamento.
Segreteria Associazione Stampa Romana