L’Europa dei ponti, contro l’Europa dei muri. L’Europa dei diritti e delle libertà, contro l’Europa dei vincoli e dei lacci. Tra pochi mesi, più precisamente il 25 marzo, saranno celebrati i 60 anni dalla firma dei Trattati di Roma. È una occasione straordinaria per rilanciare i temi e i valori che ispiravano i padri fondatori del progetto europeo.
La loro ambizione era quella di mettere insieme un popolo, una comunità, per costruire una pace duratura fondata sulla estensione dei diritti e delle libertà.
Eppure oggi in Europa vediamo crescere autoritarismi, bavagli, culture dell’esclusione e della marginalizzazione: insomma , vengono eretti e fatti crescere muri culturali, sociali e anche quelli reali fatti di filo spinato.
Cosa possiamo fare noi come giornaliste e giornalisti? Cosa possiamo fare noi come mondo dell’informazione?
Dire con forza il nostro no al linguaggio dell’odio.
Perché i muri si reggono sui pilastri dell’odio.
Noi abbiamo la responsabilità di dire che chi pratica l’odio, nei linguaggi come nei comportanti, tradisce l’ambizione europea.
Ecco perché Usigrai, Fnsi, Articolo 21, Rivista di San Francesco, hanno raccolto centinaia di firme sotto la Carta di Roma in occasione della Marcia Perugia Assisi.
E allora la proposta è una mobilitazione europea, promossa da Fnsi e Usigrai insieme alla Federazione europea dei giornalisti per chiedere che in occasione dei 60 anni dei Trattati europei, i capi di Stato e di Governo, i rappresentanti delle assemblee parlamentari, assumano un impegno solenne a portare nelle carte fondamentali europee e di ciascun Paese il rifiuto del linguaggio di odio, come incompatibile e contrario ai valori comunitari.