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Madre Teresa e l’importanza della misericordia

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Agnes Bojaxhiu, per tutti Madre Teresa di Calcutta, è stata proclamata santa ieri da papa Francesco.
Santa Teresa nell’anno del Giubileo straordinario dedicato alla misericordia; Santa Teresa quasi a compimento di un cammino di pace, di speranza e di bellezza interiore che ha accompagnato, e continuerà ad accompagnare, questi dodici mesi; santa Teresa, l’albanese che andò in Irlanda quand’era ancora ragazza e poi in India, per votarsi a Dio e alla causa degli ultimi, dei disperati, dei poveri, degli emarginati, dei bambini, la sua vera, straordinaria passione, e di tutti coloro nei quali vedeva il martirio della Croce e il calvario di una devastazione terrena non poi così dissimile rispetto al percorso di quel Signore cui aveva deciso di dedicare l’intera esistenza.
Madre Teresa e la Congregazione delle Missionarie della Misericordia, la sua cura e il suo ascolto, il suo soccorso e la sua carità totalmente disinteressata; Madre Teresa e la bellezza delle sue preghiere, caratterizzate da riflessioni di una profondità spirituale che non può lasciare indifferenti nemmeno coloro che non sono animati dalla medesima fede o anche da nessuna fede ma credono comunque nel valore supremo della dignità dell’essere umano.
Madre Teresa: sotto alcuni punti di vista fu anche conservatrice, ad esempio per quanto riguarda l’aborto, ma fu un’innovatrice eccezionale nell’idea di riportare la Chiesa fra la gente, per le strade, nelle periferie dimenticate, abbandonate e in preda alla desolazione e allo sconforto.
Madre Teresa e un destino segnato da una vocazione che l’avrebbe condotta là dove chiunque di noi avrebbe visto solo un inferno di povertà e dolore e lei, invece, scopriva, giorno dopo giorno, la bellezza del Paradiso e la vera essenza della sua scelta e del suo cammino di preghiera.
Madre Teresa e i grandi del mondo costretti a inchinarsi al cospetto del suo carisma, della sua autenticità, della forza della sua predicazione, del suo messaggio universale, delle sue parole impossibili da dimenticare e della sua testimonianza concreta che scaldava l’anima senza bisogno di alcuna descrizione, senza bisogno di riflettori, senza bisogno di farsi pubblicità, tanta era l’ammirazione che la sua opera riscuoteva in ogni angolo del pianeta.

Madre Teresa come figura simbolo del pensiero francescano, emblema di questo pontificato di popolo e di quartiere, di questo Giubileo aperto a Bangui, della battaglia di un uomo che ha scelto di rimanere tale anche quando è salito al soglio di Pietro, cercando, proprio come la santa di Calcutta, il volto e il sorriso di Dio negli sguardi di chi non ha nulla da offrire in cambio se non la dolcezza di un abbraccio.
Madre Teresa come anticipatrice e ispiratrice silenziosa di papa Francesco, che di lei ha deciso di servirsi per rendere ancora più autorevole e potente l’appello ai grandi della Terra affinché imbocchino finalmente la via della pace, della condivisione e del perdono.
E ciò che detto e scritto da chiunque di noi può suonare retorico o utopistico, nelle loro mani, nei loro scritti e nella loro voce diventa possibile, avendo compiuto la scelta, ammirevole e difficilissima, di rinunciare interamente a se stessi per donarsi agli altri, investendo ogni stilla di energia in un percorso pastorale di vicinanza alle sofferenze di chi dalla vita ha ricevuto soltanto umiliazioni.
Madre Teresa, papa Francesco e il senso del Vangelo, il suo spirito autentico, il suo trasferimento dalla carta alla vita reale delle persone, facendosi interpreti del loro bisogno di carità e d’amore.
Madre Teresa, a diciannove anni dalla scomparsa, con il suo messaggio formidabile e destinato all’eternità che oggi continua a vivere in una Chiesa che sta faticosamente tentando di rinnovarsi e di riavvicinarsi alla sua autentica missione, liberandosi dalla malvagità di chi si è approfittato della parola di Dio per stravolgerla e farne scempio, sacrificandola ai propri interessi e arrecando così dolore e sofferenza al prossimo.

Santa Teresa, in un anno segnato dell’orrore e dalla barbarie del terrorismo ma anche dall’opposizione fruttuosa di un pontefice che il prossimo 20 settembre sarà ad Assisi per inviare al mondo un messaggio di fratellanza universale di fronte al quale nessuno, nemmeno i più sanguinari dittatori, potrà permettersi di restare indifferente.
Santa Teresa, cui vogliamo rendere omaggio citando una delle sue preghiere più intense, dedicata al valore della vita: “La vita è un’opportunità, coglila. / La vita è bellezza, ammirala. / La vita è beatitudine, assaporala. / La vita è un sogno, fanne una realtà. / La vita è una sfida, affrontala. / La vita è un dovere, compilo. / La vita è un gioco, giocalo. / La vita è preziosa, abbine cura. / La vita è una ricchezza, conservala. / La vita è amore, godine. / La vita è un mistero, scoprilo. / La vita è promessa, adempila. / La vita è tristezza, superala. / La vita è un inno, cantalo. / La vita è una lotta, vivila. / La vita è una gioia, gustala. / La vita è una croce, abbracciala. / La vita è un’avventura, rischiala. / La vita è pace, costruiscila. / La vita è felicità, meritala. / La vita è vita, difendila”.
In quest’inno, che mescola con rara eleganza e meraviglia preghiera e poesia, è racchiusa l’unicità di questo personaggio immortale.


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