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Castelluccio di Norcia: piccole strutture per continuare a lavorare

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Il racconto di Daniele Testa, che gestisce un agriturismo. Nella piazzetta le tende ospitano i vigili del fuoco e 50 residenti, ma non serviranno a lungo: “Il problema quassù è anche il vento”. E c’è un’economia giovane da far ripartire: “Negli ultimi 10 anni sono nate più di 30 attività. Se non riescono a prendere lo slancio per affrontare il disastro, rischiano di non rialzarsi più”

CASTELLUCCIO DI NORCIA – “Il primo ricordo che ho di quella notte sono i piedi che sbattono sulla sponda del letto e poi la testa che sbatte sul muro, continuativamente. Mi sono svegliato così, col mio corpo che oscillava di 40 centimetri sul letto. Non siamo usciti subito e quando l’abbiamo fatto il muro delle scale mi è ha dato uno schiaffo in faccia. Ma è rimasto in piedi. I più coraggiosi dopo le prime scosse sono tornati in casa a prendere qualche vestito: qui di notte non abbiamo più di 7 gradi”.

Quando attraversi i Sibillini e inizi a scendere dai 1.550 metri del valico di Forca di Presta, il borgo arroccato su una collina cattura la vista dall’altra parte del grande altipiano che ogni anno tra la fine di maggio e i primi di giugno offre una fioritura spettacolare. La vallata della Salaria e i suoi paesi martoriati dal sisma sono a 15 minuti di macchina. Ma sembrano distanti centinaia di chilometri. Anche quassù, a 1.450 metri, mercoledì notte la terra ha tremato parecchio e continua a farlo anche adesso. Ma Castelluccio resiste. Nessuna vittima, nessun ferito, pochi crolli, qualche casa danneggiata, poche altre lesionate. Mentre il resto del paese è intatto e saranno le verifiche tecniche ora a dettare i tempi per far rientrare i residenti nelle proprie abitazioni e consentire al borgo di riprendere a vivere.

Daniele Testa è uno di loro e in paese gestisce un agriturismo. Il campo base è stato organizzato sulla piazzetta, ospita la postazione dei vigili del fuoco e i 50 residenti. Ma le tende non serviranno a lungo, bisogna far presto. “Il problema quassù non è solo il freddo – spiega Daniele – ma anche il vento. In certe stagioni abbiamo avuto raffiche a 220 chilometri orari. Per spazzare via le tende ne basta una a 110. C’è bisogno di strutture molto più solide e sicuramente non lì”.

Il paese ha risposto bene al sisma.
Sì e, come a Norcia, ha funzionato la tecnica antisismica messa in atto dopo il terremoto del ’79. Qui alcune strutture sono state danneggiate, ma hanno permesso alle persone di mettersi in salvo e questo fa parte di un piano partito dal comune nel 1979. Ed è la cosa più importante. Norcia ha dimostrato che le misure antisismiche hanno funzionato: anche se alcune case hanno ceduto lateralmente, centralmente la struttura ha mantenuto, dando il tempo alle persone di uscire.

Non solo prevenzione ma anche morfologia…
I vulcanologi che sono venuti in questi giorni hanno spiegato che la piana si muove molto di più rispetto alla collina. Qui è roccia viva, c’è un sistema carsico diverso. Se Castelluccio fosse stata costruita giù, nella piana, probabilmente avrebbe avuto molti più danni.

Adesso per ripartire di cosa avete bisogno?
Di interventi molto tempestivi: bisogna sgomberare la parte che mette più paura e cercare di invogliare la gente a tornare. La nostra è una economia turistica giovane, negli ultimi 10 anni sono nate più di 30 attività, piccole e grandi. Se non riescono a prendere lo slancio per affrontare un disastro del genere, rischiano di non rialzarsi più. C’è bisogno di un aiuto soprattutto a livello logistico, ad esempio per le attività che sono dentro al paese che al momento è interdetto. L’inverno serve per coprire le spese quotidiane della settimana: noi ad esempio in inverno siamo aperti solo nei weekend. E’ l’estivo, è il periodo della fioritura che ti consente di pagare il mutuo e gestire una famiglia. Se non fosse possibile mettere in sicurezza tutto il paese, bisognerebbe creare piccole strutture per consentire a chi ha una attività di continuare a lavorare. Altrimenti si rischia di chiudere.

I clienti vi hanno chiamato per avere notizie?
Il primo giorno il telefono non funzionava ma appena ha ripreso la linea sono arrivati 107 messaggi.

Un appello a chi decide.
A chi decide chiediamo interventi subito e poca burocrazia, da tutte le parti: sia qui che dove ci sono i danni veri. Perché la burocrazia uccide l’economia più di un terremoto. (Teresa Valiani, Foto: Giovanni Marrozzini)

Da redattoresociale

 


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