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Elie Wiesel, un testimone inestimabile del più grande Male del Novecento

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Tra i 57 libri dello scrittore americano Eliezer Wiesel detto Elie di cultura ebraica  e lingua francese nato  in Romania, a Sighetu Marmatiei il 30 settembre 1928 a e morto a Boston ieri, 2 luglio 2016, ricordo in particolare il suo saggio su La notte, memoria della sua personale esperienza di prigioniero nei campi di Auschwitz, Monowitz e Buchenwald in cui scriveva:”Dietro di me sentii il solito uomo domandare: Dov’è dunque Dio? Ed io sentivo una voce che gli rispondeva: “Dov’è? Eccolo :è appeso lì, a quella forca…” Che mostra un Dio che ha partecipato direttamente alle sofferenze degli uomini del nostro tempo.

Lessi quelle memorie di Wesel quando uscirono o meglio quando furono ripubblicate perchè lo scrittore venne insignito proprio nel 1986 del premio Nobel per la pace. E il Comitato Norvergese dei Premi Nobel quell’anno lo chiamò Il “messaggero per l’umanità” affermando che attraverso la sua lotta per venire a patti con “la sua personale esperienza della totale umiliazione e del disprezzo per l’umanità a cui aveva assistito nei campi di concentramento di Hitler;così come nel suo lavoro pratico per la causa della pace” Wesel aveva consegnato agli uomini un potente messaggio di “pace, di espiazione e di  dignità umana alla stessa umanità”.

Wesel nato sui Monti Carpazi parlava principalmente lo yddish ma conosceva altre lingue come tedesco,rumano e ungherese,con quella facilità per l’uso delle lingue che è proprio dei popoli dell’Europa centrale ed orientale. Sua madre era la figlia di Dodye Feig,  un discendente  della dinastia dei Winitz Hasid e agricoltore in un villaggio vicino al luogo di nascita di Elie.  Dodye ebbe un ruolo importante all’interno della comunità e fu incarcerato alcuni mesi per aver aiutato gli ebrei polacchi a scappare dai nazisti arrivati nel paese.

Il padre di Wiesel Shlomo, instillò un forte senso di umanità nel figlio e lo incoraggiò a studiare la lingua ebraica e la grande letteratura degli ultimi secoli. Allo stesso modo la madre lo incoraggiò a studiare la Bibbia. Wiesel soleva dire che suo padre rappresentava la fede e sua madre la fede. Wiesel aveva tre sorelle, Hilda, Beatrice e Zipporà che sono sopravvissute  alla seconda guerra mondiale e si sono riunite con lo scrittore in un orfanatrofio francese, quindi si sono trasferiti nel Nord America. Zipporà,Shlomo e la madre Sarah non sono sopravvissuti alla Shoa.

Nel 1940 la Romania perse la città di lingua yddish a seguito del secondo arbitrato di Vienna. Nel 1944 Wiesel ,la sua famiglia e il resto della città  furono rinchiusi nei due ghetti di Sigher. Wiesel e la sua famiglia vissero nel più grande dei due in via del Serpente. Il 6 maggio 1944 le autorità ungheresi collaborazioniste del III Reich diedero il permesso  alle truppe tedesche di effettuare la deportazione degli ebrei dei ghetti di Sigher ad Auschwitz-Birkenau. Così Wiesel descrisse nelle sue memorie l’arrivo nel campo di Auschwitz:” Mai dimenticherò quella notte ,la prima notte nel campo che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.

Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni che presero il volto del deserto. Mai dimenticherò  tutto ciò anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai….”

Ad Auchwitz il numero di Wiesel ,tatuato sul braccio sinistro,fu “A-7713”. Wiesel, appena arrivato nel lager ,fu separato da sua madre e dalle sorelle. La madre e la sorella Zipporà furono probabilmente uccise nella camera a gas poco dopo il loro arrivo nel campo. Wiesel e in padre furono spediti nel campo di lavoro di Buna, un sottocampo di Auscwitz III-MOnowitz. Egli riuscì a rimanere con il  padre più di otto mesi,durante i quali entrambi furono costretti a lavorare in condizioni spaventose e a spostarsi in tre diversi campi di concentramento nei giorni della fine del conflitto.

Il 26 gennaio 1945,solo dopo poche settimane dopo il suo trasferimento a Buchewald,  il padre di Wiesel fu picchiato dai nazisti mentre stava soffrendo per la dissenteria ,la fame e la stanchezza.FU anche picchiato da altri detenuti che volevano appropriarsi del suo cibo. A Buchenwald Slhomo morì di inedia e di malattie poche settimane prima che arrivassero nel campo gli americani a liberare i prigionieri.

Dopo la seconda guerra mondiale,Wiesel fece il giornalista  e nel 1949 si trasferì in Israele come corrispondente di giornali israeliani e francesi e per dieci anni non scrisse nulla sui lager come altri superstiti. Quindi nei primi anni Cinquanta scrisse novecento pagine di memorie intitolate “E il mondo rimase in silenzio” poi successivamente versioni più breve fino alle 127 pagine di La notte   o The Night soprattutto per insistenza di Francois Mauriac, premio Nobel per la Letteratura del 1952, e all’inizio si vendettero poche copie di quelle memorie.

Nel 1960 Arthur Wang gli pagò un anticipo di 100 dollari per pubblicare il libro di memorie negli Stati Uniti e del libro vennero vendute 1046 copie nei diciotto mesi successivi. La traduzione in inglese venne fatta nel 1960 e furono subito stampate 3mila copie. E ci impiegammo tre anni per venderle. Adesso disse dieci anni Wiesel ricevo 100 copie al mese dai bambini che mi parlano del libro .E ci sono milioni e milioni di copie che vengono stampate “.Il libro e l’opera teatrale del 1979, “Il processo di Dio”,sono basati sulla reale esperienza di Wiesel ad Auschwitz e raccontano di tre ebrei che, vicini alla morte, processano Dio accusandolo di aver oppresso il popolo ebraico .”

Night è stato tradotto in 30 diverse lingue. Nel 1997 se ne vendevano 300mila copie all’anno soltanto negli Stati Uniti. Nel 2006 ne erano state vendute circa sei milioni di copie. Il 16 gennaio 2006 Opra Winfret lo selezionò per il suo Club del libro. Ne furono fatte un milione di ristampe e vennero inoltre stampate 150.000 copie con la copertina rigida che portavano il logo del “club del libro di Oprah” con una nuova traduzione della moglie di Wiesel e con una prefazione scritta dall’autore. Il 13 febbraio 2006 Night fu il numero 1 nella classifica del New York Times dei libri non fiction venduti.Il regista di cinema Orson Welles chiese all’autore di girare un film dal suo libro ma Wiesel rifiutò.

Nel 1955 si traferì a New York dopo aver ricevuto la cittadinanza americana. Ricevette nel 1985 la medaglia d’oro del Congresso americano e la medaglia presidenziale per la libertà. E’ stato presidente della Commissione Presidenziale sull’Olocausto dal 1968 al 1986 partecipando alla fase di costruzione del Museo sulla memoria dell’Olocausto degli Stati Uniti a Washington. Ed è stato membro della Federazione americana degli insegnanti. Si riturò dal suo ruolo di presidente della Conferenza Internazionale sulla Shoa e sul genocidio e fece interrompere la conferenza in seguito all’obiezione di Israele all’inclusione di sessioni sul genocidio armeno” a dimostrazione ancora una volta della sua ottima conoscenza della storia complessiva del ventesimo secolo.

Al di là delle numerose dispute che negli ultimi anni coinvolsero l’opera di Wiesel o dell’aggressione del negazionista Hunt nel 2007, lo scrittore ha costituito con la sua opera e le sue straordinarie memorie l’esempio di un testimone importante di quello che è stato senza alcun dubbio il male del Novecento,  la malattia centrale dei fascismi europei e che si era realizzata nell’universo concentra zonario  intorno alla seconda guerra mondiale. Che si tradusse in molti milioni di morti durante i dodici anni di dominio di Adolf Hitler e dei suo alleati,a cominciare da Benito Mussolini.


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