Impegno civile, legalità e soprattutto cultura della legalità. E’ questo lo scopo della puntata speciale di ‘Cose Nostre’, che andrà in onda questa sera su Rai1 e sarà dedicata ad amministratori e semplici cittadini che si sono opposti sul territorio alla violenza della ‘ndrangheta, così pagando un prezzo altissimo, ma scegliendo di non mollare e continuare a vivere una vita di passione e passioni.
La serie è stata presentata alla Casa del Jazz (bene confiscato, n.d.r.).
L’ideatrice, Emilia Brandi (insieme a Giovanna Ciorciolini, Mauro Caporiccio, Riccardo Pintori, Carlo Puca, mentre la regia è di Andrea Doretti) ha realizzato questa puntata speciale, dopo aver già realizzato (lo scorso inverno) cinque puntate dedicate ai cronisti sotto tiro.
L’anteprima di “Cose Nostre”, dedicata ad Antonino Bartuccio, l’ex sindaco di Rizziconi, in provincia di Reggio Calabria, ha regalato forti emozioni, frutto di un lavoro degli autori fatto con passione e delicatezza. Si, delicatezza, perché non va dimenticato quanto la materia sia difficile da porre in scena. E lo si è fatto senza sensazionalismi, regalando allo spettatore una storia, asciutta, di ciò che dovrebbe essere straordinaria normalità.
Oltre alla storia di Bartuccio, si potranno toccare con mano le vite di Gaetano Saffioti, imprenditore di Palmi nel settore edile, che vive sotto scorta da più di 15 anni, di Viviana Balletta, vedova di Fortunato De Rosa, l’oculista ucciso a Canolo, perché ha chiuso il passaggio del suo campo alle cosiddette “vacche sacre”, le mandrie della ‘ndrangheta che hanno il privilegio di pascolare libere in ogni proprietà e, infine, la storia di Antonino De Masi, imprenditore di Gioia Tauro, lavora nell’area portuale nonostante abbia subito minacce e attentati.
Un programma che, come bene ha tenuto a sottolineare il segretario dell’UsigRai,Vittorio Di Trapani, “meriterebbe di essere esentato dalle rilevazioni quantitative e di soffermarsi soltanto sulla qualità che si trasmette agli spettatori”.
Un programma che ci permette di fare un viaggio, nelle vite blindate di persone che hanno deciso di non essere sudditi, ma cittadini. Liberi.