Se ai pragmatici della politica parli di ideali, ti guardano con affettuosa comprensione e ti dicono che non servono. O al massimo – concedono con il sorriso riservato agli ingenui – servono solo per fare “testimonianza”. Cioè quella cosa inutile che in Italia porta l’ammirazione di pochi, ma non il consenso che serve per incidere sul potere.. Marco Pannella invece ci ha costruito una vita sulla testimonianza. Prendendo anche sonore cantonate (vedi il suo avvicinamento a Berlusconi), ma senza mai cercare alibi, parlare di complotti o di stampa che aveva frainteso. La faccia ce la metteva sempre. Anzi, ci ha messo anche il corpo, quando ha iniziato a digiunare per i diritti civili.
In anni dove i politici “forchettoni” si mangiavano tutto, lui dimagriva vistosamente. Nelle prime tribune politiche dove tutti straparlavano, lui faceva scena muta con un bavaglio stretto sulla bocca. Nei furiosi conflitti armati degli anni di piombo, lui insisteva con la non violenza. Quando il perbenismo nascondeva tutto con l’ipocrisia, lui esibiva la trasgressione per come gesto di contro-cultura.