A mano a mano che passano le settimane e il processo romano su Massimo Carminati noto dovunque come “o’cecato”, e Aldo Buzzi il re delle cooperative e che tutti definiscono come il processo a mafia-capitale va avanti, si comprendono meglio due aspetti significativi sulla presenza delle associazioni mafiose nella capitale ad esempio, la presenza stabile e consolidata della camorra campana nella zona Nord di Roma, i fratelli Salvatore e Genny Esposito che fanno capo a Michele Senese, uno dei re di Roma e con loro criminali albanesi, romani e napoletani che hanno imposto a commercianti di alcune zone della capitale le slot machines.
Sono coinvolti anche i fratelli campani Sergio e Sandro Guarnera che si sono dissociati dal boss camorrista Mario Iovine detto Rififi del clan dei casalesi.
Il gip del tribunale di Roma che ha concluso l’inchiesta triennale sulla banda condotta dalla procura romana e dal Gico del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza. La pena più alta, 20 anni di carcere, è andata all’albanese Arben Zogu conosciuto negli ambienti degli ultras della Lazio e in quello criminale con il nome di Riccardino. Gli altri hanno ricevuto condanne intorno ai nove- dieci anni.
Gli investigatori hanno accertato i legami da tempo tra il gruppo di Carminati e qualcuno ricorda una scena che si svolge nei pressi del bar Vigna Stelluti dove il “cecato” svolge di solito i suoi incontri. Sono le 14 del 9 agosto 2013 e o’ cecato è alla guida della sua auto Smart con Alessandro LIburdi(detto “Pagnotta”, socio con Lorenzo Alibrandi di uno stabilimento balneare di Ostia) Quando arriva all’altezza del locale, o’ Cecato frena e si ferma per salutare i fratelli Esposito appena arrivati su una Bmw nera .
Alle undici del mattino del 31 ottobre 21013 Carminati discute in auto con il suo braccio destro Riccardo Brugia dell’arresto di Zogu e tiene a dire che gli affari degli albanesi “non sono cose nostre” anche se non ha difficoltà a sottolineare che si tratta di “amici” con i quali si hanno buoni rapporti.