L’indifferenza non fa parte del nostro Dna, come individui e come Associazione che da 14 anni informa, denuncia, rilancia, illumina ogni abuso dei diritti fondamentali, a cominciare dal diritto di esprimere liberamente le proprie idee e diffondere notizie rilevanti per la cittadinanza di qualsiasi parte del mondo.
Ancora meno, quindi,possiamo essere indifferenti al richiamo composto ma deciso che giunge dalla famiglia di Giulio Regeni. Un richiamo a tutti, non solo al nostro governo o alle istituzioni internazionali, ma a ciascuno di noi, per pretendere di sapere tutta la verità sul feroce omicidio del loro ragazzo, per pretendere che sia fatta giustizia nel colpire i reali colpevoli, siano essi ai massimi livelli. Una fermezza che deriva da un dolore incolmabile che non ha impedito alla mamma di Giulio di ricordare le migliaia che in Egitto hanno subìto la sua stessa fine, scomparsi, arrestati senza lasciare traccia, torturati, perseguitati.
Una straordinaria forza che ci obbliga a raccogliere il testimone. Lo abbiamo fatto fin dal primo momento della sua scomparsa e poi ancora, dopo il ritrovamento del suo corpo. E continuiamo a farlo ora, domenica 3 aprile con Amnesty, Antigone e Cild, a Roma allo stadio del Quadraro per una partita dedicata a Giulio, e lo rifaremo ad Assisi, il 15 e 16 aprile, dove al meeting dei giovani e alla marcia delle Scuole di pace porteremo un nostro striscione per #veritàegiustizia per Giulio Regeni e per tutti i Giulio vittime degli abusi del potere ovunque.
Saremo presenti, su un fronte molto diverso, mercoledì 6 aprile, all’ingresso della sala vaticana dove si terrà la nuova udienza che vede imputati due giornalisti Emiliano Fittipaldi e Giancarlo Nuzzi, rei solo di aver fatto il loro mestiere e aver ricostruito situazioni di rilevanza pubblica che, giorno dopo giorno, si stanno rilevando reali.
E, affinché nessuno s’illuda che tra qualche settimana si smorzi l’attenzione di tutti sulla storia di Giulio, torneremo in strada lunedì 2 maggio, alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà d’informazione, quando, con Fnsi, Usigrai, Tavola della pace e tante altre realtà, alzeremo la nostra voce davanti alle ambasciate a Roma dei paesi dove più a rischio sono i diritti umani e civili, dall’Iran, all’Egitto, alla Turchia e non solo, e porteremo una formale richiesta d’intervento all’Unione Europea, presso la sede di rappresentanza delle istituzioni comunitarie nella capitale. Per Giulio, Ashraf, Ceyda, Keywan, Alaa, Akram, Anabel e tutti e tutte le vittime di bavagli, repressione e violenza contro le voci libere nel mondo.