Mancava solo lui. Perché solo lui, fra i terroristi del Bataclan, non si era fatto esplodere. Dopo quattro mesi, ricercato in tutta Europa, finalmente Salah Abdeslam è stato catturato. Ferito a una gamba, si è chiuso in un ostinato silenzio. L’annuncio è stato dato dal segretario di stato belga, Theo Francken, su twitter: “We hebben hern”, lo abbiamo. Si è molto parlato della fuga di Salah in Siria e invece è stato preso praticamente a casa sua, nel suo quartiere di Bruxelles, il Molenbeek dove il sindaco aveva assegnato un appartamento popolare alla famiglia Abdeslam dopo che Salah con il fratello Ibrahim (saltato poi in aria a Parigi) aveva dato fuoco alla propria abitazione. Il quartiere dov’è cresciuto, fra un lavoro onesto da meccanico e una piccola condanna per furto, ma soprattutto molte rapine. Fino all’apertura di quel bar, “Les Beguines” che è stato la sua rovina perché è lì che ha rivisto il compagno d’infanzia Abdelhamid Abaaoud, il capo della “Cellula di Verviers” considerato il cervello degli attentati che hanno scosso la Francia con 180 morti.
Oltre a Ibrahim, Salah ha un altro fratello, Mohammed, impiegato presso gli uffici comunali a Molenbeek e arrestato dopo la strage. Fu Mohammed a lanciargli un appello chiedendogli di «consegnarsi alla polizia», sostenendo che «la cosa migliore sarebbe che si presentasse alla giustizia, in modo che si faccia luce su questa storia». Nei suoi continui spostamenti Salah ha lasciato tracce anche in Italia. Il terrorista, infatti, raggiunse il porto di Bari a fine luglio per recarsi in Grecia. Dopo alcuni giorni fece il viaggio all’inverso per poi uscire dall’Italia passando per Conegliano Veneto.
Finito l’incubo adesso si cercherà di capire il vero ruolo di Salah nella strage: era solo l‘ottavo uomo che il 13 novembre noleggiò un’auto? E anche tutti i passaggi di questa lunga rincorsa, finita in pratica – dopo molte voci contraddittorie – due giorni fa in un quartiere vicino, Forest, dove erano state trovate sue impronte e tracce di Dna. Nel blitz era rimasto ucciso l’algerino Mohamed Belkaid, ritenuto uno dei suoi complici. Ci sarebbero anche prove dei suoi continui viaggi in Siria e bisognerà capire se questo ritorno in Belgio presupponeva il progetto di altre carneficine. Certo, pensare che Molenbeek è ad una ventina di minuti di auto dal Justus Lipsius, dove si è tenuto il summit con i capi di Stato e di governo Ue, fa venire sicuramente i brividi.