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I misteri sulla morte di Giulio Regeni

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I misteri sulla morte di Giulio Regeni incominciano a diventare meno fitti da quando un magistrato italiano, un  pubblico ministero, ha preso in mano il fascicolo che ha avuto dalla stazione di polizia di Dokki dove il ricercatore italiano è stato interrogato e dove è stato ritrovato il suo cadavere.

L’8 febbraio sull’aereo che lo riporta in Italia viene “esfiltrato” il suo amico al Cairo. E’ un ragazzo italiano che ora vuole interrogare la procura di Giza in Egitto. Lo chiameremo F. perché è meglio non svelare l’identità per garantirne la sicurezza. F. viene convocato la sera del 3 febbraio nella stazione di Dokki a qualche centinaio di metri da dove Giulio viveva. F. non sa ancora che il corpo del suo amico è stato ritrova to poche ore prima su un cavalcavia del quartiere 6 ottobre. Ma la polizia egiziana ha urgenza di sentirlo. Lui e tutte le persone a Giulio più vicine. Tra loro anche il professore Gennaro Gervasio. F. disse, in una lunga testimonianza con le domande che gli fecero gli investigatori che cominciarono a chiedergli : “Seppi quella sera della morte di Giulio. Me lo comunicarono nella sala d’attesa del commissariato.”  disse ai nostri investigatori che mi chiesero dei suoi studi, delle sue relazioni, delle sue relazioni  al di  fuori della ragazza con cui stava, se facesse uso di sostanze stupefacenti”.  Il nostro ambasciatore Maurizio Massaro venne allertato solo in modo “ufficioso” da una fonte del Ministero degli Esteri italiano…


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