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Assad rompe l’isolamento internazionale

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Nelle ore in cui l’Europa chiude le sue porte in faccia alla signora Assad e ad altri familiari del presidente siriano, russi e cinesi firmano per la prima volta all’Onu sulla linea Kofi Annan, il leader siriano trova il modo di rifiatare grazie a Ocalan. Non tutti sono contro di lui. Alla vigilia del secondo summit degli amici della Siria (e nemici di Assad) che si svolgerà questa volta nella vicina Tuchia, il Pkk si schiera chiaramente dalla parte del regime siriano. “Erdogan attento. Siamo pronti a trasformare il Kurdistan Occidentale (cioè quello turco, ndr) in una zona di guerra.” L’avvertimento del Pkk, firmato dal leader in esilio del partito di Ocalan, Murat Kerayilan, è stato pubblicato dall’agenzia Firat, vicina al Pkk. Il motivo è semplice. Secondo il Pkk Ankara si preparerebbe a intervenire in Siria, con i famosi corridoi umanitari a protezione dei fuggiaschi dalle città siriane, ma quell’intervento per il Pkk sarebbe un intervento contro il popolo curdo. I curdi siriani vivono proprio nel nord della Siria.
Che il regime degli Assad non sia mai stato tenero con i curdi siriani è noto, lo dimostrano per assurdo proprio le recenti aperture. I curdi per decenni non hanno avuto diritto ai documenti nazionali e la celebrazione delle loro festività, a cominciare dal capodanno che cade proprio in questi giorni dell’equinozio di primavera, è sempre stata repressa, anche con l’arresto di note personalità curde.
Il rischio dunque è che tra Turchia e Siria si ricrei la situazione di molti anni fa, quando solo la pressione dei carri armati turchi convinse Assad padre a togliere l’appoggio a Ocalan, che usava in chiava anti-turca.
Il futuro dei curdi in Siria non è ovviamente semplice, né garantito. Lo dimostra il fatto che alcuni avversano il regime, ricordando le persecuzioni patite, ma molti tacciono e altri appoggiano il regime, come il neonato partito Pyd, temendo il futuro.
Ma davvero il Pkk si preoccupa del futuro e del presente dei curdi siriani? La tragedia curda dimostra esattamente il contrario. Divisi in curdi iracheni, iraniani, siriani e turchi, i partiti curdi hanno finito con l’essere usati dai regimi che reprimono i loro cugini contro il regime che opprime i loro fratelli. I curdi turchi, tipo Pkk, usati contro il governo turco da quello siriano, che intanto opprimeva i curdi siriani. E così via. Una lezione tremenda soprattutto per il popolo curdo, che ha continuato a soffrire in tutti paesi, mentre i loro leader si alleavano con chi reprimeva gli altri.


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