“…Chi non legge ha solo la sua vita, che, vi assicuro, è pochissimo. Invece noi quando moriremo ci ricorderemo di aver attraversato il Rubicone con Cesare, di aver combattuto a Waterloo con Napoleone, di aver viaggiato con Gulliver e incontrato nani e giganti. Un piccolo compenso per la mancanza di immortalità. Auguri”. Ci piace ricordare Umberto Eco in questo passaggio di un discorso alle matricole di Scienze della Comunicazione a Bologna, settembre 2009.
Aveva 84 anni. La conferma della scomparsa dell’autore de “Il nome della Rosa” e de “Il pendolo di Focault” è stata data dalla famiglia al quotidiano “la Repubblica” che in questi anni ha spesso pubblicato i suoi scritti.
Umberto Eco, semiologo, filosofo e scrittore ha collaborato dalla sua fondazione, nel 1955, al settimanale L’espresso (sul quale dal 1985 al 2016 ha tenuto in ultima pagina la rubrica La bustina di Minerva), e ha scritto, oltre per Repubblica su numerosi giornali tra cui Corriere della Sera, La Stampa, il Manifesto e con innumerevoli riviste internazionali specializzate.
Il suo ultimo libro, pubblicato nel 2015, proprio il giorno del suo compleanno è stato “Anno Zero”.. Un libro ambientato nel 1992 che parla di una immaginaria redazione di un giornale, con forti riferimenti alla storia politica, giornalistica, giudiziaria e complottistica italiana, da Tangentopoli a Gladio, passando per la P2 e il terrorismo rosso.