Adozioni gay all’italiana. Cancelliamole pure, tanto c’è il giudice

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Ho letto stamani, sulla seconda pagina di repubblica, un articolo intitolato “Ma se salta la stepchild saranno i giudici a decidere” perché “quei figli vanno tutelati”. Il senso delle considerazioni, come sempre azzeccate, di Maria Novella De Luca mi sembra lo stesso dell’editoriale, pubblicato ieri sul medesimo quotidiano, di Stefano Folli. Non preoccupiamoci troppo se le adozioni venissero cancellate dalla legge sulle Unioni civili.  Anche se il rimedio “è profondamente sbagliato”, saranno ancora una volta i magistrati a “supplire a questo vuoto”.

Il fatto è che questo modo di ragionare, che a tanti di noi sembra di puro buon senso, non è semplicemente sbagliato, è la “madre di tutti gli sbagli” che si commettono nel nostro paese. E se non avessi paura di risultare retorico direi che è anche all’origine della nostra arretratezza morale e civile, il motivo principale per cui ci riesce così facile tollerare in Italia, ma forse non solo, unadiffusa illegalità.

Riassumo brutalmente: faccia pure ognuno per suo conto quello che crede, ma sia anatema quando lo afferma come un principio o lo rivendica come un diritto. Il peccato si risolve al confessionale, il problema pratico in un’aula di tribunale. Importante è salvaguardare la discrezionalità del potere a decidere caso per caso. Se e dove il potere riuscirà ad arrivare naturalmente, altrimenti liberi tutti, evitando magari di agire alla luce del sole. Discrezione nel commettere reato, discrezionalità nel giudicare il medesimo. Con tanti saluti alla democrazia e all’uguaglianza di fronte alla legge.

Dalla sosta selvaggia all’evasione fiscale, dalla corruzione all’usura e così via elencando, quanti dei nostri guai sono derivati e allevati da questa prassi, da questo costume mentale?E dico prassi perché non sono affatto certo che questo modo di pensare abbia a che fare con la dottrina cattolica (certamente non ce l’ha con quella cristiana) o che, inversamente, sia stata questa prassi a contaminare il pensare laico ed  ecclesiastico. Così, nel caso in esame, potremo negare il diritto dei genitori all’adozione decidendo, caso per caso, non tanto sul diritto ma sulla necessità per i figli di essere tutelati. Se avremo ancora una volta la giustizia ingolfata da ricorsi e processi, pazienza. Abbiamo già, come hanno ripetuto alle inaugurazioni dell’anno giudiziario, il record in fatto di prescrizioni.

Fonte: Nandocan Magazine


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