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Ministri UE discutono gli accordi Schengen e la crisi migranti

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AMSTERDAM  – La crisi dei rifugiati, con i conseguenti problemi per la tenuta del sistema di Schengen, e le persistenti difficoltà dell’Ue a gestire questa crisi con una vera e propria politica comune resta il tema più importante nell’agenda politica europea, e sarà, insieme alle questioni legate alla lotta al terrorismo islamista, al centro della riunione informale dei ministri dell’Interno e della Giustizia dei Ventotto, oggi e domani ad Amsterdam, sotto la presidenza di turno olandese del Consiglio.

Proprio in occasione dell’inaugurazione della sua presidenza semestrale, il premier olandese Mark Rutte ha affermato davanti all’Europarlamento a Strasburgo, mercoledì scorso, che l’Ue ha solo tra sei e otto settimane di tempo per ridurre drasticamente il numero dei rifugiati. Lasciando intendere che, se continua così, la crisi rischia di sfuggire di mano. Come dimostra, d’altra parte, il numero crescente di decisioni di Stati membri che reintroducono controlli temporanei alle frontiere interne dello spazio di libera circolazione di Schengen. Anche il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, il primo ministro francese Manuel Valls e lo stesso presidente della Commissione Jean-Claude Juncker hanno lanciato avvertimenti sulla gravità della crisi e la necessità di agire presto per cominciare almeno ad arginarla.Sulla stampa intanto, sono apparsi diversi “ballon d’essai”, ovvero idee e ipotesi, non ancora proposte, lanciate da diversi governi o dalle stesse istituzioni Ue, per misurare le reazioni degli altri governi e delle opinioni pubbliche. Ultima, pubblicata dal “Financial Times” sabato, l’ipotesi di “isolare la Grecia” da Schengen, rafforzando i suoi confini con un Paese candidato ma non membro dell’Ue, la Macedonia, per non far passare verso l’Europa i rifugiati e immigrati irregolari che Atene non riesce a fermare sul suo territorio, né ancora a identificare e registrare.

Nel programma della riunione informale, tuttavia, questa ipotesi non appare, così come non c’è nessuna ancora proposta di portare a due anni (invece degli attuali sei mesi) la scadenza dei controlli alle frontiere interne di Schengen già reintrodotti da diversi Paesi membri, a cominciare dalla Germania. Comunque, per questo c’è ancora tempo, i controlli introdotti dalla Germania e altri Paesi membri possono continuare per ora fino a maggio.La presidenza di turno olandese vuole invece cominciare a lavorare seriamente e speditamente per mantenere la promessa di adottare, entro la fine del semestre, il nuovo pacchetto di misure “per la gestione delle frontiere” che contiene un rafforzamento notevole dei poteri dell’Agenzia Frontex e la creazione di una guardia di frontiera e di un guardacoste europei.La presidenza ha distribuito ai ministri dell’Interno dei Ventotto tre diversi questionari sul pacchetto, contando di poter costruire poi sulle risposte un testo di compromesso che possa essere appoggiato dalla maggioranza degli Stati membri.  

Da dazebao


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