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Pakistan, nuovo attacco contro le televisioni

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Nella settimana degli attentati a Istanbul, Giakarta, Baghdad e Ouagadougou una terza capitale è stata presa di mira dai terroristi: Islamabad, in Pakistan. Non ci sono stati morti, per fortuna: solo un ferito lieve. Ma poteva andare molto peggio. Mercoledì 13, due uomini a bordo di una motocicletta hanno lanciato una granata ed esploso colpi d’arma da fuoco contro la redazione di ARY TV. Un montatore video è stato ferito dalle schegge.

I volantini di rivendicazione lanciati dalla moto prima di allontanarsi a tutta velocità portano la firma di Wilayat Khurasan, un’organizzazione armata che ha recentemente annunciato la sua adesione allo Stato islamico. Il motivo dell’attentato di mercoledì sarebbe, secondo la rivendicazione, la copertura data da ARY TV (definita “un’estensione delle pubbliche relazioni delle forze armate”) a una recente offensiva dell’esercito pachistano nei territori controllati dai gruppi armati.

Wilayat Khurasan aveva già rivendicato l’attacco del novembre 2015 contro la sede di Dunya TV a Faisalabad e i due del mese successivo contro la redazione di Din News a Lahore e quella di Express TV a Sargodha. Così, i giornalisti del Pakistan aggiungono un nuovo attentato alla serie infinita di sequestri, arresti, intimidazioni, minacce e uccisioni (due nel 2015) di cui sono da tempo vittime, nell’indifferenza del governo, per il mero fatto di svolgere il loro lavoro.

Il Pakistan è al 159esimo posto su 180 nell’Indice sulla libertà di stampa di Reporter senza frontiere.


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