“Il 2016 sarà l’anno della libertà di informazione…”, Renzi dixit e, anche in questa occasione, non ci resta che sperare che alle parole seguano i fatti. Il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso e quello dei giornalisti Rai, Vittorio Di Trapani, hanno suggerito al presidente del consiglio una possibile agenda. Proviamo a riassumerla e ad integrarla ad uso e consumo dei lettori di blitz.
Il calendario del 2016, tanto per gradire, potrebbe essere inaugurato con l’approvazione di quella legge sul conflitto di interessi che, ogni qual volta, è approdata in aula, è subito ritornata in commissione, alla maniera del classico gambero. Già che ci siamo sarebbe il caso di modificare le modalità di calcolo del sistema integrato delle comunicazioni e di definire una normativa antitrust capace di favorire i nuovi entranti, evitando di consolidare le posizioni dominanti. Il presidente Renzi ci ha anche fatto sapere che abrogherebbe volentieri l’Ordine dei giornalisti. Noi, che siamo più moderati di lui, saremmo felici se riuscisse a portare a compimento quella riforma che, sino ad oggi, le resistenze corporative e le debolezze di una parte della politica, sono puntualmente riusciti a sabotare.
Se davvero Renzi vorrà dedicare il 2016 alla libertà di informazione potrebbe e dovrebbe impedire che l’annunciato intervento sulle intercettazioni si traduca in una stretta sul diritto di cronaca e sul diritto dovere di pubblicare qualsiasi notizia abbia il requisito della “rilevanza sociale e della pubblica utilità”, come per altro recitano le stesse sentenze della Corte europea.
A questo proposito sarebbe il caso di fermare il provvedimento sulla diffamazione, fermo al Senato per la quarta lettura, da quel testo andrebbe stralciata ed approvata solo la parte relativa alla abrogazione del carcere, rinviando a tempi migliori le parti sulla rettifica e soprattutto la regolamentazione delle cosiddette “querele temerarie”, diventate il vero strumento di intimidazione nei confronti dei cronisti.
Se Renzi, lo diciamo senza ironia, vuole davvero dedicare il 2016 alla libertà di informazione, faccia introdurre il reato di molestie contro l’articolo 21 della Costituzione, preveda una sanzione a carico dei temerari, li costringa, in caso di sconfitta processuale, a lasciare la metà della somma richiesta, ponga fine ad un malcostume che penalizza chi indaga e scrive su mafie e malaffare, spesso si tratta di giornalisti sprovvisti anche delle più elementari garanzie contrattuali.
Nel 2015 Renzi aveva promesso di liberare la Rai dalle interferenze di governi e partiti, purtroppo le cose sono andate in altro modo. Non ci resta che sperare che negli anni pari e, mai come in questa occasione, saremmo ben lieti di dargliene atto alla fine del 2016.