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Richieste d’asilo in Europa. Più di un milione nel 2015

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Il numero di richieste d’asilo in Europa è aumentato drammaticamente quest’anno. Secondo gli ultimi data Eurostat, fino a settembre i paesi dell’Unione Europea hanno ricevuto 812.300 richieste d’asilo, più del doppio rispesto ai precedenti due anni. I dati si riferiscono ai cosiddetti “First time applicants” ovvero ai migranti che richiedono per la prima volta asilo politico.

A settembre 2014378.260  hanno chiesto protezione politica in Europa, nello stesso perido del 2013 le richieste erano 308.825.

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Eurostat non ha ancora rilasciato i dati dell’utimo trimestre ma il Centro statistico Europeo ha già registrato, ad Ottobre,  119.095 richieste in alcuni Stati membri portando il numero di richiedenti a quasi un milione due mesi prima della fine dell’anno.
Questo significa che a dicembre le richieste supereranno il milione.

Il caso dell’Ungheria

Mentre il numero di richieste aumenta vertiginosamente in Europa, i dati dell’Ungheria sono in controtendenza. In ottobre sono state ricevute 490 richieste d’asilo. Un dato incredibile comparato ai numeri di agosto e settembre: rispettivamente  46.720 30. 495.

Il Ministero degli Interni ungherese ha confermato ad Articolo 21 che hanno ricevuto 492 “first time asylum requests“, riportando le cifre ai livelli dell’inizio del 2014.

Come conseguenza della massiccia ondata migratoria di questa estate, a settembre il governo ungherese ha dichiarato lo stato d’emergenza e ha costruito delle recinzioni per difendere i suoi confini con la Serbia, la Croazia e la Slovenia.

“Fino al 15 settempre la polizia ungherese prendeva ancora le impronte digitali ai migranti che arrivavano e processavano le loro richieste d’asilo” ha raccontato ad Articolo 21 Barbora Cernusakova, una ricercatrice sull’Ungheria di Amnesty International”ma ad ottobre hanno smesso e il Paese è diventato, di fatto, un luogo di transito senza alcuna registrazione per queste persone”. 

Secondo Barbora Cernusakova questo crollo delle richieste d’asilo è il risultato dell’approvazione delle nuove leggi del Paese. 

Il Primo Ministro unghere Viktor Orbán  ha dichiarato  che in Ungheria non ci sarà più “alcun “hotspots, campo profughi, centro di distribuzione o punto di raccolta” e, il 21 settembre, il Parlamento ungherese  ha autorizzato il governo ad utilizzare i militari per proteggere i propri confini.

“Questi interventi hanno praticamente reso l’Ungheria una zona priva di rifugiati” ha spiegato la ricercatrice di Amnesty International “Il motivo è che, dopo l’approvazione delle modifiche al codice penale, chiunque attraversi il confine commette un crimine punibile fino a tre anni di prigione o, e questa è l’opzione preferita, le persone vengono deportate”. Alla fine di settebre, secondo Cernusakova, diverse centinaia di persone sono state processate.

“Un altro problema” ha concluso la ricecatrice “è che chiunque entri in Ungheria passando per la Serbia o per la Croazia viene considerato proveniente da un Paese sicuro quindi, le loro richieste d’asilo vengono rifiutate automaticamente. Con la legge attuale non c’è alcuna possibilità, per chi arriva passando per quei due Paesi, di ottenere l’asilo politico in Ungheria”.

Il 10 dicembre, la commissione Europa ha aperto  una procedura contro l’Ungheria proprio a proposito delle sue recenti riforme al codice penale e alla legge sulle richieste d’asilo. “Questa procedura europea contro di noi  è una vendetta politica che ha condannato l’Ungheria per aver protetto i suoi confini” ha dichiarato il Primo Ministro ungherese.

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