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Giocando a poker con la Germania

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Difesa della Boschi, attacco alla Merkel. Il titolo del Caffè di ieri regge bene la prova giornali di questo sabato 19 dicembre. Corriere, “No alla sfiducia. Boschi: lascerei con accuse vere”. Repubblica e Stampa, “UE, Renzi attacca la Merkel”. Attacco strumentale, dunque, quello di Renzi alla Cancelliera, studiato solo per cavarsi d’impaccio in politica interna? In Europa c’è chi lo pensa e Andrea Bonanni, Repubblica, apre la sua analisi citando un anonimo funzionario di Bruxelles: “Vuol essere il nuovo enfant terrible dell’Europa. È capriccioso. Dice di no a tutto. Insomma, è il nuovo Berlusconi della Ue”. Io invece penso che Renzi avesse altri e solidi motivi per lanciare l’affondo sulla politica tedesca, anche se momento e toni dell’attacco siano stati abilmente tarati per oscurare la vicenda Boschi.
Che cosa ha detto in verità il Premier? Che mentre vuole “sanzioni automatiche” contro Russia, la Germania tratta per il raddoppio del gasdotto Nord Stream, che passa sul suo territorio e la avvantaggia. Ha ragione Renzi? Certo! Anche se l’operazione, che ieri gli è riuscita bene, prefigura un’inedita e spericolata alleanza con “il fronte orientale di Orban e Kaczynski” (la Stampa), cioè con leader xenofobi e razzisti che contestano Merkel da destra. C’era solo il rapporto con la Russia in ballo ieri? No. Renzi è soprattutto preoccupato per la sua legge di stabilità, dopo che la BCE ha detto che l’Italia ha fatto “meno della Grecia” per l’occupazione, ma ha “messo la stabilità dei conti a rischio”. Inoltre il premier ha ragione di temere una ulteriore ingerenza tedesca sui guasti del nostro sistema bancario. “Dovrete colpire i risparmi privati e forse vi servirà un salvataggio” dice oggi a Federico Fubini Lars Feld, uno dei «cinque saggi» che consigliano il governo di Berlino. Renzi insomma vuole trattare. “E la Cancelliera alla fine tenta la pace con Matteo: vediamoci a Berlino”, dice Repubblica. Ancora una volta il nostro non ha visione né strategia né respiro lungo. Fa quel che sa fare: alza il prezzo per non finire sotto tiro. Vedremo come gli (e ci) andrà.
Maria Elena ha vinto ma non convinto. Ecco le principali obiezioni alla sua “appassionata”, come l’ho definita ieri, auto difesa. Massimo Franco: “il caso rimane apertissimo, la chiusura a riccio del governo ripropone la difficoltà di un gruppo dirigente giovane, abituato a una narrativa di successi, veri e presunti, ad affrontare l’impopolarità. Quando la realtà tende ad assimilare la nuova «nomenklatura» alla precedente, avviene una sorta di cortocircuito psicologico. (Ma) Palazzo Chigi dovrà rispondere con rapidità e nettezza sul salvataggio delle quattro banche. Altrimenti lavorerà senza volerlo per il M5S”. Stefano Folli, Repubblica: “da oggi in poi il tema non è più il conflitto d’interessi di Maria Elena Boschi, bensì le responsabilità del governo nella sua collegialità e degli organi di vigilanza”. Bisogna spiegare -Folli cita Tabacci- “la superficialità con cui il governo ha varato il decreto sulle banche popolari includendovi l’istituto di Arezzo che appena 18 giorni dopo sarebbe stato commissariato, (con conseguenti) fluttuazioni in borsa dei titoli”. De Angelis, Huffingotn Post: “il decreto salva banchieri (articolo 35, comma 3) rende più complicato chiedere risarcimenti ai manager: chi ha sbagliato non pagherà. Il Papà, che Maria Elena ama, “un signore con poche migliaia di azioni, è stato promosso vice presidente della banca tre mesi dopo che la figlia è entrata a Palazzo Chigi”. “Sarebbe interessante sapere quanti fidi, mutui e prestiti (e non solo quante azioni) avesse complessivamente la famiglia Boschi”.
Sondaggi amari, by Nando Pagnoncelli. All’inizio dell’anno il Pd distanziava M5S di 13 punti (34,3% contro 20,9), oggi lo scarto è di appena 2 (31,2% contro 29,1). La fiducia nel premier è scesa di 9 punti (dal 47 al 38%). Al ballottaggio Di Maio (M5S) batterebbe Renzi in modo netto (52,5% contro 47,5), ma il centro destra riunito potrebbe sbarrargli la strada al primo turno e contro il centro destra, al secondo, vincerebbe Renzi (54,8 contro 45,2%).

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